TERRIBILE FRANCESCO

Francesco Terribile fu Michele è nato in Gravina di Puglia nel 1879. E’ stato sul terreno del lavoro e della produzione della ricchezza, un capitano. A lui non sorrise, infatti, il conforto d’una qualsiasi ricchezza comodamente ereditata, su cui basare la sicurezza del proprio avvenire; ma la leva su cui gli fu permesso di poggiare il peso della sua incrollabile volontà verso l’avvenire, fu soltanto la esigua somma di L. 8.000, datagli dal padre il giorno delle nozze. Iniziale irrisorio capitale, dopo che a 23 anni aveva sposato Grazia De Gennaro, di famiglia agricola onestissima, egli iniziò il suo lavoro, che come vedremo, doveva essergli benedetto dalla sorte.

Esonerato durante la grande guerra per le sue spiccate e documentate qualità agrarie, cominciò col prendere in fitto alcune terre, che lavorò egli stesso con l’ausilio di poche braccia mercenarie. Così la Masseria Scardinale, in agro di Gravina, fu in poco tempo palestra di esperienza alla sua attività incessante. Era quello un periodo di rilasso e di sfiducia per i lavoratori terrieri. Se la guerra aveva contribuito spaventevolmente a far deserti i campi, per la chiamata alle armi di una larga percentualità di rurali, i rimasti, proprietari e lavoranti, subivano il collasso di tale abbandono e negligevano i lavori; la terra era abbandonata. Francesco Terribile comprese che ciò era un delitto verso il paese e verso sè stessi e per nulla sfiduciato dagli ostacoli che giornalmente gli si paravano, si gettò a capofitto nella cultura e fu quella sua una attività assai redditizia che gli permise di prendere altre fittanze, tra cui la masseria Santa Sofia.

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Dopo qualche anno di buon lavoro, fu chiamato alle armi. Ciò non lo scoraggì, e compiuto il suo dovere d’italiano, tornò in famiglia a riprendere il lavoro interrotto. Fu in questo torno di tempo che Don Vincenzo D’Ecclesiis, ricco censuario di Gravina, lo prescelse tra molti concorrenti dandogli in fitto la sua grande masseria Pagone, tenimento abbastanza vasto, alla cui conduzione occorrevano energia ed audacia. Ragionando da uomo abbastanza accorto, il D’Ecclesiis, infatti, che aveva rifiutato a molti altri aspiranti la concessione dell’importante tenuta, indovinò in Francesco Terribile l’uomo capace, per onestà di carattere e perizia e volontà di lavoro, a condurre a buon fine l’impresa alquanto ardua nell’interesse proprio e di quello del proprietario, sicchè ebbe fiducia in lui e non ebbe torto.

E quell’anno 1916 rappresentò davvero per il Terribile la decisione del suo avvenire, poichè alla conduzione della masseria Pagone egli impiegò tutti i mezzi a sua disposizione, risparmi ed energie, nonchè il molto credito che la sua provata onestà aveva saputo procurarsi in Gravina e fuori. Comprò infatti sulla parola il bestiame occorrente ai lavori della terra e, assistendolo la fortuna e la volontà, pagò puntualmente.

Così fino al 1920 tutti i suoi sforzi furono rivolti a conquistare la ricchezza, e vi riuscì. In quest’anno appunto egli acquistava la masseria Pagone a pronti contanti e contemporaneamente acquistava anche, con un contratto rateale, dalla Banca di Moncalvo, la masseria Cafiero, che però gli riuscì di pagare nella totalità della somma pattuita prima ancora della scadenza. Ma invidie di altri proprietari concorrenti e avversità incipienti dell’allora imperante demagogia rossa, gli procurarono fastidi ed avversioni.

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Qualche volta egli dovette perfino fronteggiare l’ostilità dei contadini che gli venivano mandati dietro la porta di casa a minacciarlo. La sua energia seppe fronteggiare tutti e fu uno dei primi ad aderire, mediante anche sensibili oblazioni in danaro, alla primissima costituzione del Fascio di Gravina, che fino ad oggi lo ha avuto gregario convinto e battagliero.

La conduzione diretta della masseria Cafiero richiese da lui sacrifici non pochi e un accorgimento amministrativo assai delicato. Già i suoi primi proprietari vi erano falliti insieme ai fittavoli; ma la perizia del Terribile la vinse. Vi piantò circa 10 ettari di vigna, che portò in pochi anni a buon frutto e contemporaneamente acquistava altri 72 ettari di terreno in contrada Capoposto, presso Poggiorsini.

Nel 1932 la proprietà veniva ad arricchirsi di altri 417 ettari di nuovo terreno nella medesima contrada, masseria acquistata direttamente dalla Banca del Lavoro e portata in breve spazio di tempo a fiorente coltura tra maggese, piantagione arborea, vigne, prati, ecc. Seguirono ben presto grandi lavori di ampliamento in quasi tutta la proprietà, con costruzione ex novo di strade vicinali, con nuove piantagioni ed acquisti di macchinario. Attualmente l’Azienda Terribile conta una dotazione di macchinario agricolo valutato circa lire 790.000, con mezzi meccanici potenti e modernissimi. Si calcola a circa duemila quintali il frumento prodotto annualmente dalla sola masseria Cafiero, con vistosi premi acquisiti in diverse circostanze, sia per la battaglia del grano, come per esposizioni agricole varie di bestiame e prodotti terrieri, in cui l’azienda Terribile si è sempre distinta.

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Crediamo inutile elencare i premi ed i diplomi che sono stati attribuiti a questo prodigioso agricoltore.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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