TRIZIO DOMENICO DI DONATO

La famiglia Trizio venne a Bari, verso 1’800 da Venezia.

Si ricordano i fratelli Nicola e Domenico, l’uno avvocato, (Sindaco di Bari verso l’860), l’altro professore di lettere.

Quest’ultimo sposò tale Rosa Mineccia, da Bari. Disponeva di una buona fortuna. Ebbe 6 o 7 figli: (Matteo, Sebastiano, Donato, Irene, Isabella, Veronica).

Un anno, in cui mancava l’olio a Venezia egli volle tentare di portarvi un carico di tale prodotto. Ma il veliero, da lui stesso capitanato, venne assalito dai pirati, all’altezza del promontorio Garganico e catturato. Ebbe salva la vita per miracolo e ritornò sconfortato a Bari, dopo qualche mese.

Da questa sventura derivò la rovina di casa sua. Morì poco dopo. Uno di detti figli Donato (nato il 1840) aveva 8 anni, allorché perdette il padre. Fu educato dallo zio, il quale volle mandarlo a Napoli per farne un buon gioielliere.

***

Nel 1868, ritornato a Bari, impiantò una piccola fabbrica di gioielleria in via Orefici. Sposò con Pilato Michelina, professoressa di musica, e si ritirò a Castellana dove morì nel 1909.

Unico figlio di Donato è Domenico, nato a Bari il 24 settembre 1876. Il giovane menò vita stentata, nei primi anni della sua giovinezza in Castellana adoperandosi in tutti i modi per risollevare le sorti della casa paterna.

Riuscì a procurarsi i mezzi per aprire nel 1896 un piccolo negozio con laboratorio di orologeria e oreficeria in Conversano riuscendo a guadagnare subito la simpatia dei conversanesi.

Pervenuto all’età di matrimonio (1900) egli seppe scegliere a sua compagna Maria Castellana di umili condizioni ma che doveva tanto da lui meritare, divenendo tutrice della famiglia, e porgendo anche il prezioso aiuto della sua accorta assistenza anche all’azienda.

***

Nel 1911, avendo deciso il marito di aprire un altro negozio in Bari, poté farlo e perché egli seppe imporsi un’attività febbrile (per essere sempre presente in entrambi i negozi messi a tanta distanza l’uno dall’altro) e perché la moglie seppe anche supplirlo negli affari e accudire, da sola in Conversano, la famiglia, arricchitasi di ben sei figli. Nel 1913, quando parve che il negozio di Bari potesse dare affidamento vi si trasferì tutta la famiglia chiudendo l’esercizio di Conversano.

***

Tanto esempio di sacrificio e di laboriosità dei genitori fu imitato dai figli che, da piccoli seppero apportare il loro contributo. Il figlio primogenito, Donato, (nato nel 1901) si è visto in Conversano alternare le discolezze d’infanzia con la scuola e l’azienda. Durante la guerra 1915-18 il Trizio Domenico fu militare e il negozio poté essere accudito ugualmente: E gli altri figli Enrico (1908) Gennaro (1911) Alfredo (1913) hanno fatto lo stesso sotto l’egida dell’assiduità del lavoro e dell’onestà.

Nel periodo delle sanzioni, la ditta ha creduto di vendere oro greggio solo alla Banca d’Italia.

Attualmente i detti 4 figli sono proprietari dell’ Azienda.

Trizio Domenico ha avuto 9 figli di cui otto viventi e cioè Michelina, Margherita, Armando, Erminia, oltre i detti quattro.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

Edizioni Giuseppe Laterza srl
Bari, piazza Umberto I n.29 – Tel. 345 623 6207 – Email info@edizionigiuseppelaterza.it

Consulta la pagina dedicata sull’edizione storica: