SCHIAVONE FAMIGLIA

La famiglia Schiavone ha origini in Martina Franca, da modestissimi agricoltori. Un Martino Schiavone ebbe 7 figliuoli di cui tre femmine e quattro maschi. Di questi il primogenito Carlo, sposando Grazia Montanaro avrà undici figliuoli, di cui il primogenito Martino è quegli che affermerà i destini del suo laborioso ed onesto casato, attraverso una vita dedita ai sacrifici ed al lavoro dei campi.

Di Carlo Schiavone diremo che modesto agricoltore, ebbe a crearsi la vita col suo sudore preoccupato solo di educare la sua prole numerosa alla rettitudine ed alla sana operosità dei campi e ad accumulare un modesto patrimonio da cui i figliuoli potranno attingere un modesto benessere. Egli si dedicherà oltre che a trasformazioni terriere anche ad allevamento di bestiame di ogni sorta. Nato nel 1861 si spegnerà vittima del lavoro nel 1938, Suo figlio Martino già dal 1911, ossia a 24 anni, svincolandosi dal ceppo domestico, impianta una sua azienda agricola, con conduzioni terriere, per fittanze. La sua attività è interrotta dalla guerra (maggio 1916), quando parte soldato nel 35. Artiglieria.

Il suo lavoro non ha subito alcuna sosta, grazie alla avvedutezza ed alla assistenza della di lui moglie Maria Maggi, che lo sostituisce.

***

Nel 1919 le conduzioni sono riprese con più fervore, come pure sviluppate le compravendite di bestiame e migliorati gli allevamenti di muli, di cui esporta 100 tipi in Sicilia. Inizia anche l’industria del taglio e vendita di legno da boschi, lavorando solo ed anche con forme associative, sicché nel 1919 gestisce un’aia con una coppia di trebbiatrici ed una locomotiva stradale in unione al sig. Quarato di Noci. Come dicevamo, le conduzioni di aziende agricole sono amplificate al massimo, sicché è presa in fitto dal Comm. Lenti di Noci una tenuta di 400 ettari e nel 1923 vedremo Martino Schiavone spostarsi da Martina a Mottola ove assumerà la conduzione delle seguenti tenute: « Stingeta » dei duchi de Sangro (600 ettari con conduzioni miste) e « Parchi del conte» (ettari 250), nella cui gestione immette il cognato Pietro Leograndi.

E’ necessario rilevare le qualità precipue di questo glorioso agricoltore che ha saputo trasformarsi in breve tempo con intelligenza e con larghezza di vedute, impiantando sopratutto strade interpoderali, murali e divulgando l’uso di macchine perfette, sicché 80 ettari di macchieti son portati a semina. Costruirà anche 11 mila metri di pareti a secco. Altra tenuta da lui assunta in fitto è Coratino di 170 ettari, di cui 89 saranno portati a trasformazione.

Nel 1935 egli effettua l’acquisto della tenuta « Confrateria », da casa de Sangro, in combinazione con soci nel 1936 acquista Capitolicchio., magnifico olivetaio di circa 20 ettari, tenuta che integrerà con alcune fittanze finitime. C’è da dire che in queste tenute le trasformazioni saranno capitali, con spetramento, costruzione di pareti, semenze selezionate, Impianti di case coloniche, con spurghi ed innesti, Questa attività sarà premiata da una medaglia d’argento per la battaglia del grano (gran,di aziende) da un diploma con premio in danaro.

Notevole è anche l’attività zootecnica dello Schiavone che a tutt’oggi dispone di 70 vaccine, 50 cavalli e muli e 600 pecore, esemplari di cui alcuni tipi gli hanno procurato premi in varie mostre.

La sua attività di industriale boschivo lo ha reso fornitore di materiale da costruzione nei maggiori edifici pubblici regionali e fiduciario per la Federazione Provinciale Agricoltori in Mottola. Occupandoci della sua famiglia diremo che con la morte del di lui padre ha assunto l’incarico della liquidazione dell’asse paterno e la cura morale e spirituale della famiglia. Ha 5 figli maschi di cui Carlo iscritto al 2. Corso veterinario in Napoli, Tommaso al 2. Corso ingegneria in Napoli. I tre giovanissimi Vitantonio, Ignazio e Orlando, tutti avviati agli studi classici, sono dediti a seguire gli insegnamenti di operosità e di rettitudine paterna.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

Edizioni Giuseppe Laterza srl
Bari, piazza Umberto I n.29 – Tel. 345 623 6207 – Email info@edizionigiuseppelaterza.it

Consulta la pagina dedicata sull’edizione storica: