SABATO VINCENZO

La famiglia Sabato ha antiche origini nel Putignanese se si pensa che nell’atrio del Convento di Sant’Antonio è ricordata tra le 12 famiglie patrizie che formarono e costruirono il convento. Dei Sabato più vicini a noi possiamo ricordare i tre fratelli Giuseppe, sacerdote; Michele, frate domenicano; e don Francesco che sposò una Angelini. Da quest’ultimo nascono: Titta, avvocato di grido; Marino, amministratore dei beni di famiglia; Luigi e Claudio, domenicani; Michele e Pietro.

Pietro Sabato (visse novantanni) s’imparentò con l’ottima famiglia Campanella di sano ceppo agricolo sposando la signorina Angela, da cui ebbe undici figliuoli che citiamo nell’ordine: Francesco, agricoltore; Giambattista, avvocato e notaio, morto a 82 anni. nel 1932; Vincenzo agricoltore; Giuseppe, chimico laureato in Napoli; Claudio, morto immaturamente prima della impresa africana, dottissimo in disciplina militare; Marino, morto anche lui giovanissimo, al terzo anno di università; Luigi, morto anche lui col grado di Maggiore Generale.

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Mentre di Giuseppe e del suo amore all’agricoltura diciamo in altro capitolo ci è caro ricordare l’attività di don Vincenzo che studiò scienze naturali a Napoli, dedicandosi poi giovanissimo a magnifiche trasformazioni terriere, lottando la filossera ed arginando con tenacia la crisi vinicola originata dai forti dazi sui vini.

Abbiamo avuto il piacere di trovare questo vegliardo nelle sue vaste tenute della Masseria Petrella, assistito dall’amore dei suoi dipendenti che hanno in lui un capo amatissimo ed un raffinato educatore.

Vincenzo Sabato oltre che a vivere dei magnifici ricordi di una giovinezza che fu assai brillante nelle scuole militari e nella Università di Napoli, oltre che assistere quotidianamente l’andamento delle sue terre, segue con giovanissimo cuore l’ascesa trionfale della Italia rinnovata.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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