RANIERI GAETANO

Gaetano Ranieri è uno di quei commercianti baresi che hanno saputo lentamente crearsi una specifica competenza in un dato genere di tessuti fino ad assorbire una vera attività monopolistica in materia.

Egli infatti è noto sia in Puglia che nelle regioni finitime come l’unico commercianti di sacchi di tela juta, di canape e di altre fibre tessili.

I suoi depositi forniscono tutti i commercianti di prodotti del suolo, di derrate alimentari, e sono imbattuti ed imbattibili per bontà di prodotto e per celerità di consegna.

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Gaetano Ranieri viene da un ceppo di vecchi commercianti di derrate agricole. Il padre Pasquale, oltre alla sua attività mercantile, curava le sue proprietà terriere che erano poste nell’agro di Bari e che poi furono alienate per necessità familiari e particolarmente per la educazione della numerosa figliuolanza.

Di questi figli Gaetano e Michele hanno dato contributi seriissimi all’incremento del commercio pugliese di esportazione dei prodotti del suolo; Giuseppe creò e gestì per molti anni una accreditata fabbrica di saponi e Vito, che era il fratello più grande, si dedicò esclusivamente all’agricoltura.

A 13 anni Gaetano Ranieri incominciò la sua attività mercantile pellegrinando per i paesi di Puglia, di Lucania e di Calabria, incettando prodotti del suolo per conto dell’azienda paterna.

Si scaltrì quindi in maniera rilevante nella conoscenza del meccanismo mercantile e nel 1875 si staccò dall’azienda familiare per iniziare una sua personale attività commerciale specializzata in manufatti di juta e di canapa.

Qui a Bari questo commercio era esercitato da una ditta bolognese che presto fu scavalcata e superata dal giovane Ranieri che, oltre alla competenza tecnica, aveva svegliata l’intelligenza e pronto l’intuito.

Fin d’allora egli rimase il solo a fornire il commercio barese e pugliese di sacchi per l’esportazione.

Sono più di sessantun’anni che questo commerciante serio, dignitoso, puntuale ed onesto presidia una delle più fortunate aziende della nostra città; ed è dalla stessa epoca che il credito e la stima lo circondano dovunque.

Inutile dire che la sua azienda è conosciuta e stimata da tutti gli industriali iutieri d’Italia che guardano ad essa come ad una delle più dinamiche collocatrici della loro produzione.

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Si è sposato con la signora Mattia Straziota del fu Vito, altro notissimo commerciante della nostra città, e non ha avuto figli.

Ad ottant’anni questo forte tronco del ceto mercantile locale continua, ancor vegeto e sveglio, a curare personalmente l’andamento della sua fiorentissima Ditta.

Dal primo mattino fino a tarda sera egli è lì nei suoi depositi di via Principe Amedeo come un soldato al suo posto di combattimento.

Gli è che in lui è sviluppatissimo il senso del dovere verso sè stesso e verso la società. Per lui i vent’anni non sono mai passati e la vita incomincia sempre domani.

Solo da qualche tempo gli è vicino con devota assiduità e con fecondo ausilio il marito di una nipote della moglie, il giovane ed attivo Giovanni Muciaccia, che insieme agli altri fratelli rappresenta uno dei campioni di quella massa insigne di costruttori edili, che in pochi decenni hanno reso le città pugliesi candide di marmi e superbe di cementi e di cristalli.

Il vegliardo creatore ed animatore di così complessa azienda è sempre sulla breccia, oggi come ieri, e la sua fatica non conosce nè soste, nè remore, nè ripiegamenti.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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