PERNIOLA FRANCESCO DI ERASMO AZIENDA

Il problema della redenzione di tutte le terre dalla desolazione, dalla malaria e dall’abbandono è problema coevo alla formazione della stessa unità italiana.

Avvenuta l’unificazione, il problema della bonifica acquistò importanza preminente su ogni altro ed ebbe l’onore d’innumerevoli discussioni e di numerosissime provvidenze legislative. Senonchè il parlamentarismo demagogico, dominante allora tutta la nostra vita politica, impedì la risoluzione degli immani e secolari problemi legati all’attesa rinascita delle terre più desolate.

***

Lo stesso grande problema del Mezzogiorno, piattaforma elettorale di legioni di parlamentari e di diecine di Governi, fu inteso più come arma per il soddisfacimento delle piccole ambizioni e dei meschini interessi particolaristici che come problema di vita e di resurrezione per la intera Nazione.

La terra, intesa come oggetto di proprietà del singolo, diveniva istrumento di preminenza e di dominio politico di una piccola casta di parlamentari mentre lo Stato andava alla deriva.

Chi silenziosamente provvedeva a reagire a questo abbandono, chi porgeva fatiche ed amore alla madre terra, che non è mai ingrata, era la generazione degli agricoltori nata fra il 60 e 1’80. Questi tenaci ed ostinati pionieri della redenzione agraria meridionale, fedeli alle tradizioni familiari, legati ad un ritmo di vita patriarcale aperto a tutte le innovazioni foriere di una maggiore sanità rurale e di una migliore produzione, furono i soli custodi di questa mistica necessità redentrice.

***

Noi sappiamo i sacrifizi e le ostinazioni di questi pionieri che superarono le deleterie influenze di moltissime crisi, che vinsero l’accidia della terra, l’insidia della filossera, le avversità atmosferiche.

L’agricoltura estensiva delle contrade pugliesi non è quella di altre località della Penisola ove la buona natura geologica del terreno, le correnti idriche e l’ordinata distribuzione delle piogge ausiliano gli sforzi dell’agricoltore. Mentre altrove il coltivatore estensivo lavora nella sua bella regione, sistemato con tutti gli agi domestici, lo sfortunato coltivato estensivo pugliese ha dovuto lavorare in terre aride fra l’insidia del clima, degli uomini e del macchieto.

Egli però si è reso conto di tutti questi elementi negativi, ha studiato ed esperimentato tutti i sistemi per superarli, ed è giunto ad una specifica competenza in materia di aridicoltura che ha vinto qualunque sicumera di cattedratici superficiali, qualunque ridicola utopia.

***

Fra questi pionieri dell’agricoltura pugliese bisogna porre senza dubbio Francesco Perniola di Erasmo da Gioia del Colle. 56 anni, statura da granatiere, occhi dolci, parola breve e persuasiva. Se lo avvicinate in quella masseria che prende il nome dal suo cognome e si estende per parecchi ettari fra gli ultimi vigneti della contrada Marzagaglia in quel di gioia e le gradinate di Castellaneta e Laterza, se lo interrogate sulla sua vita e sui suoi sforzi di agricoltore saggio e paziente, egli vi rivelerà la sua natura squisitamente georgica.

Non conosce il latino, ma in lui è viva presente la massima di Virgilio che per primo in due famosi esametri, fa distinzione fra agricoltura di climi umidi e agricoltura di climi aridi.

Illic, officiant laetis ne frugibus herbae Hic, sterilem exiguus ne deserat umor harenam.

(Colà, acciocchè le male erbe non nuocciano alle messi rigogliose, – qui, acciocchè la poca umidità non abbandoni la terra sterile).

Vi parlerà quindi dei suoi esperimenti sulle qualità di grano selezionate e sulle concimazioni più adatte alla sua Masseria; vi dirà del sue vittorie e dei suoi insuccessi mai disgiunti da rinnovata fede; vi farà visitare i suoi granai e vi farà esaminare la pienezza dei chicchi di maiorica e di grano duro prodotti nel suo latifondo.

E vi dirà della sua Masseria comoda ed igienica, sorrisa dall’orto e dal giardino, adorna di pergoleto e protetta dalle chiome di quercie secolari; e vi dirà dei ricoveri del bestiame, dei magazzini capaci per gli attrezzi e per le macchine e dei criterii rigorosamente razionali che hanno presieduto alla costruzione di questi fabbricati. E vi parlerà infine del suo allevamento di muli eletti che hanno credito in tutta la Regione e delle sue abitudini che gli fanno odiare la città e gli consentono felicità e pace soltanto nel suo regno in cospetto della terra ch’è sua e che conosce i suoi sforzi ed il suo amore.

Una radio (egli ha anticipato di otto anni la diffusione di tale moderna macchina nelle campagne), una casa comoda ed un’automobile che lo congiunga rapidamente al centro, e poi le sue giornate serene segnate dalle cure di terriero antesignano e fedele. Ecco quel che basta alla sua serenità di uomo che ha pescato il segreto della vita buona e degna della protezione del Signore.

Alla intelligenza ed accortezza del sig. Perniola si deve se queste terre rilevate allo stato d’incolto improduttivo nel 1922, hanno potuto raggiungere un elevato progresso tecnico che va dando i suoi benefici frutti.

***

L’.agricoltura .che in questa masseria viene praticata è tipica agricoltura locale: coltura alternata di piante leguminose da granella e da foraggio (fave e trifogli con graminacee (grano e avena). Non mancano la vite e l’olivo coltivati razionalmente, trovando le due preziose piante per natura dei terreni e per altitudine, favorevoli condizioni.

In fatto di colture erbacee, possiamo però ,affermare che la masseria ha raggiunto, coi nuovi moderni sistemi adottati, un progresso impensato. Infatti vi ha saputo apportare radicali trasformazioni di carattere culturale e rotazioni razionali, lavorazioni profonde, semi selezionati, concimazioni chimiche appropriate (Q.li 5 per ettaro di perfosfato minerale, un quintale di solfato ammonico; Q.li l di nitrato di calce in copertura).

Il bestiame è alimentato da mangime razionale, i mezzi impiegati nella trasformazione della zona sono stati complessi e dispendiosi, ma non sterili di proficue risultanze.

Se tutti i nostri agricoltori ed i nostri proprietari terrieri si affezionassero ai problemi connessi al latifondo pugliese e imparassero a conoscerne i limiti e le soluzioni attraverso esperienze dirette e non empiriche così come ha fatto il Perniola, il comandamento del Duce per la Battaglia del Grano troverebbe più facili vie per raggiungere qualunque più roseo orizzonte.

Francesco Perniola, germinato da varie generazioni di agricoltori adusati alla bella battaglia nelle petraie della Murgia di Santeramo che è stata la culla dei suoi avi, è un carattere, una forza, un pioniere che ha visto coronati i suoi sacrifizi dalla vittoria, che ha trovato consensi e riconoscimenti (è un premiato della Battaglia del Grano) nel Governo Fascista.

Egli assomma in sè le virtù patriarcali della nostra gente operosa e silenziosa e le virtù dell’Italiano nuovo, cellula feconda ed attiva dell’Italia sognata dai Martiri della Guerra e della Rivoluzione, realizzata da Mussolini, genio indigete della stirpe latina.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

Edizioni Giuseppe Laterza srl
Bari, piazza Umberto I n.29 – Tel. 345 623 6207 – Email info@edizionigiuseppelaterza.it

Consulta la pagina dedicata sull’edizione storica: