PATRUNO PASQUALE E FIGLI

La memoria di Pasquale Patruno fu Michele, che fu un fervido iniziatore di fortuna agricola in Corato, è tenuta in onore da ben nove figliuoli viventi che perpetuano nel tempo le tradizioni di onesta e fervida laboriosità paterna.

Egli, imparentatosi con Teresa Fiore, di casato agricolo, iniziò la vita di lavoro con affittanze, distinguendosi dovunque, oltre che per precisione nell’adempimento degli obblighi assunti, anche per genialità di culture.

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Pasquale Patruno morì il 6 novembre del 1930, essendo nato nel 1845. A lui sopravvisse di cinque anni la moglie (morta il 1935) che ebbe il piacere di veder avviati, degnamente, alla vita, i nove figliuoli: Luigi, Clementina, Beniamino, Grazia, Teodora, Giuseppe, Angela, Cataldo e Antonio, dei quali, meno l’ultimo che lavora egregiamente per suo conto, i primi otto sono fusi mirabilmente nella conduzione di un patrimonio estesissimo, fertilizzato giorno per giorno dalla totale dedizione e dal più nobile sacrificio di lavoro. Lo attestano i vari premi ottenuti alle mostre zootecniche regionali oltre che la magnificenza degli esemplari ovini, bovini e di ogni specie di animali allevati nelle varie masserie (cavalli, galline Rosland, oche olandesi, tacchini giganti).

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Indicheremo tra le importanti tenute acquistate: « Trullo» in tenimento di Gravina, oltre che « Monte di Pietà », « Pennacchiello », « Parco di Caputi », tenute in fitto e portate a vita da questa magnifica famiglia di gloriosi agricoltori.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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