PATRONI GRIFFI FAMIGLIA

La famiglia Patroni Griffi è una delle più antiche del cessato Regno del Napoletano.

Il cognome attuale è una abbreviazione di quello originale, Patroni de Griffi, unificato nel 1530, col matrimonio di Giovanni Patroni ad Angelina Griffi, figlia di Francesco, alla quale lo zio Marino Antonio Griffi, con testamento 24 maggio 1577, lasciò tutti i suoi beni, i suoi titoli, i suoi privilegi feudatarii, con l’obbligo di unire le armi delle due famiglie. Le origini della famiglia Griffi risalgono all’ottavo secolo dopo Cristo. Le prime notizie si riferiscono a Teodosio Griffi, Capitano Generale dell’Imperatore Costantino, figlio dell’Imperatore Leone; nel 743 egli sposò la nipote stessa di Costantino, a nome Irenea. Da un Teodosio nacque il primo Emmanuele e da questi il primo Agesilao, che ebbe per figlio il secondo Emmanuele, Capitano Generale di mare dell’Imperatore Lucifero, nella guerra contro Roberto il Guiscardo, del 1075.

Da questi nacque il secondo Agesilao, il quale procreò il terzo Emmanuele, anch’egli Generale di mare dell’Imperatore di Costantinopoli.

Il primo di questa famiglia venuto in Italia fu Andreotto, capitano di Federico Barbarossa, che conquistò all’Imperatore molte vittorie, onde, per il gran sangue nemico che egli aveva, sparso, volle Federico che fosse sua arma un grifo vermiglio in campo d’argento.

Questa famiglia divenne in breve potentissima in Napoli tanto che, in seguito, ebbe un seggio a parte, detto appunto Seggio de’ Griffi.

Nell’assedio di Napoli ad opera dell’Imperatore Corrado, la gente dei Griffi oppose una resistenza feroce per cui, caduta la Città, fu spogliata di tutti i suoi beni e di tutti i suoi fendi, sì da essere costretta ad abbandonarla riparando a Benevento ed a Pisa.

Ma dopo pochi anni ritornarono a Napoli e riconquistarono interamente l’antico fastigio.

Fra i monumenti di questa famiglia vi sono in Napoli la Cappella dei Griffi a Rua Catalana e in Benevento le Cappelle nelle Chiese di San Francesco, S. Domenico e del Carmine.

I feudi della famiglia Griffi furono 26, dei quali i principali furono le baronie di Alano, Calvi, Cucoli, Cuma, Faivano, Reggiale, S. Barbato, ecc.

Nell’anno 1368 vestì l’abito di Malta.

L’ultimo discendente del ramo primogenito di tale nobile stirpe fu Marino Antonio Griffi il quale, vedendosi avanzato negli anni e mancante di discendenza maschile, istituì erede, come innanzi si è detto, la sorella Angela, chiamando al godimento dei suoi beni e dei suoi privilegi la di lei discendenza.

Non meno antiche e gloriose sono le origini della famiglia Patroni. Oriunda toscana, il primo a recarsi in Puglia fu Andrea, figlio di Cristofaro, II della stirpe del Maltraversi, Conte di S. Lauro. Questi, insieme a messer Lorenzo degli Acciaiuoli ed altri capitani fiorentini, mosse alla difesa degli Angioini contro gli ungheresi ed Andrea Patroni si distinse nell’assedio che Corato subì il 1347. Ludovico d’Angiò, Principe di Taranto, assegnò in feudo al capitano Andrea Patroni la Città di Corato e questi vi fissò la sua stabile dimora, sposando la marchesa Maddalena Robustelli di Limosano.

Fu suo figlio Giovanni Patroni il quale, avendo combattuto nelle ultime Crociate, aggiunse allo stemma di famiglia, raffigurato da uno scudo con un braccio d’argento in campo rosso, sostenente un’ancora su marina azzurra, la bianca Croce che aveva sul manto e sul petto, con la leggenda: traiectans syrtes ancora mihi iacta est.

Questo Giovanni Patroni fu l’avo del suo omonimo che nel 1530 sposò Angelella Griffi.

Dal 1530 in poi la famiglia Patroni de’ Griffi tenne per arma uno scudo partito, adagiato sulla bianca Croce di Malta, nel quale vi è, a sinistra, il braccio che sostiene l’ancora d’argento sul mare ed a destra il grifo vermiglio rampante in campo d’argento.

Questa famiglia ha vissuto in Puglia ed a Napoli, ove ha sempre serbato altissimo il prestigio del suo casato.

Alla fine del 500, nel feudo di Calvi, visse Casto Patroni, che, per la sua vita di penitenza e di bontà, fu elevato agli onori dell’altare e divenne il Santo Patrono della città di Calvi (cfr. Inscriptionum di Giovanni Grutero, ed. 1601, n. 556).

Nel 1700 visse il venerabile Filippo Patroni de’ Griffi, missionario, il quale, ritiratosi in Deliceto, morì in concetto di santità ed operò vari miracoli per cui fu iniziato il processo di santificazione.

Ebbe vari Cavalieri di Malta, l’u1timo dei quali fu il Barone di Faivano, Giuseppe Patroni-Griffi, morto a Corato nel 1902. Questi fu anche Sindaco della città e Deputato al Parlamento; il suo nome è legato a varie opere pubbliche tuttora esistenti in Corato, quali la prima fognatura, il Palazzo Municipale, il Teatro Comunale ed il mercato coperto, primo in Terra di Puglia.

Furono suoi figli Felice, Cavaliere del Lavoro, Antonio e Nicola.

Felice, trasferitosi a Napoli, decedette nel 1925, ed ebbe per figli Giuseppe e Veneranda; Nicola decedette in Corato il 1934 senza discendenza; Antonio vive attualmente in Bari con i figli Giuseppe, Guido, Ugo e Veneranda. In Corato vivono i figli di Benedetto Patroni-Griffi, fratello del Barone di Faivano, i figli di Giuseppe ed i figli di Michele Patroni-Griffi, cugini del Barone di Faivano.

La famiglia Patroni-Griffi è imparentata con le famiglie Azzariti, Capace-Minutolo, Caputi-Jambrenghi, Codignac, de Gemmis, Gioia e Granito di Belmonte.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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