MUCIACCIA FU NICOLA FRATELLI

L’azienda di lavori edili che s’intitola alla solidarietà dei fratelli Muciaccia rappresenta magnificamente lo spirito associativo di nostra gente.

Il padre di questi fratelli attivi, intelligenti e ardimentosi era nato a Palo del Colle nel 1847 e, da modesto maestro muratore qual’era, salì ben presto, per il credito che gli procurarono la sua competenza tecnica e la sua onestà ineccepibile, al rango degli impresari edili carichi di commissioni e di lavori. Mentre la sua famiglia cresceva, aumentava la sua brama lavorativa: insieme all’assunzione della costruzione di edifici privati tanto nel suo paese quanto in quelli limitrofi, egli cominciò ad affrontare l’impresa per la costruzione di pubblici edifici. Ne costruì nella sua città, ne costruì altrove. Particolarmente notevole, fra questi, l’edifizio scolastico di Grumo Appula e quello grandioso di Acquaviva delle Fonti, il primo sorto in Provincia di Bari col corredo di tutte le innovazioni ed i conforti richiesti dalle moderne esigenze didattiche ed igieniche.

Ebbe sei figli maschi che, in ordine di nascita, rispondono ai nomi di Giovanni, Cesare, Girolamo, Saverio, Francesco e Giuseppe. Superata l’adolescenza, essi donarono le loro fresche fatiche all’azienda paterna accrescendone la potenzialità in maniera considerevole. Durante la guerra questi giovani costruttori furono tutti richiamati o chiamati al servizio militare, e compirono intero il loro dovere. Essi ebbero il dolore di apprendere la morte del padre avvenuta nel 1915 e di accettare i sacrifizi ed i disagi di quel momento senza il conforto della paterna assistenza. Subito dopo la guerra essi si unirono per continuare l’azienda paterna ed assunsero lavori di costruzioni edili e stradali in tutti i paesi della Provincia di Bari. Più tardi si stabilirono a Bari ove seppero condurre la loro Ditta ad un posto di primissimo ordine in venti anni di dura battaglia, raggiungendo una affermazione che corona una vita d’intenso e tenacissimo lavoro.

***

Essi hanno avuto la sciagura di perdere, tre anni or sono, il maggiore dei fratelli, Giovanni, che era l’animatore dell’azienda. Da ragazzo egli fu iniziato al lavoro del padre, incominciando dalle umili opere che possono essere commesse ad un ragazzo in un cantiere. Aveva frequentato le scuole elementari del suo paese natale, e la scarsa, rudimentale cultura che gli fu possibile ricavarne, l’aveva affinata ed applicata collaborando adolescente col padre, dal quale apprese la tenacia ed il coraggio che occorrono all’imprenditore di opere murarie.

Verso i venti anni, per alleggerire il peso familiare paterno, concorse come assistente nelle Ferrovie, e fu destinato ai lavori di ricostruzione necessari in Calabria dopo il secondo terremoto.

***

Questa la prima parte della sua vita, fervida di operosità, ascensione continua verso la conquista non tanto di un limitato benessere, quanto di una conoscenza sicura della esecuzione economica e perfetta dei lavori edili. Il dopo-guerra lo trova a Bari, ove sono già i suoi fratelli, che, sotto la guida di Cesare stanno cercando più ampio respiro. Lascia allora le Ferrovie e si unisce a loro, iniziando così l’ultimo e più fortunato periodo della sua ascensione. Ne diventa, chè ne è degno, il capo. E’ il momento in cui Bari sta gettando con audacia le basi del suo avvenire, per diventare espressione moderna della tenacia di lavoro dei pugliesi.

Non basta ideare, occorre attuare; ed è in questo ambiente di lavoro che si manifestano in pieno le sue doti: per quasi tre lustri egli vivrà dell’energia del realizzatore. Dalla litoranea Bari-Torre Pelosa al Convitto Nazionale; dal palazzo delle Finanze ad una innumerevole serie di lavori per privati e grandi cooperative; dovunque la necessità di una mano ferma che guidi un vasto complesso di attività lo chiami, egli è presente con la sua ponderatezza e la sua bontà innata.

***

E’ in una attività continua di vita che si applica con la sua perseveranza, con la sua larghezza di vedute, con il suo coraggio di animatore, con la sua profonda e rapida percezione delle qualità morali di chi egli avvicina. E dopo questo, l’agguato dell’imprevisto. Parte per Roma per un affare: è colto da malore improvviso; e muore solo, lontano dai suoi che lo adoravano, senza poter raccogliere il premio della sua perseverante fatica in una lieta vecchiaia.

Questo, l’uomo, che visse assorto nell’amore della famiglia e del lavoro, per cui una intensa attività rappresentava la pace dello spirito e la ragion d’essere. Fu sempre generoso della sua capacità di sapere; e tutto chiese sempre a sè stesso, abituato, da vero pugliese, a sopperire con le inesauste energie dello spirito alla povertà e difficoltà della sua terra. E sopra tutto, fu signore, in questo e nel resto. Di gentilezza squisita, cordiale, longanime, sincero, buono, nascose i tesori di un animo grande e generoso nelle sue parole, manifestandolo solo con le sue azioni.

***

Fu per questo ed in questo un silenzioso benefico ed un grande cuore; e forse per questo morì giovanissimo; quasi per portare con sè nel silenzio della tomba il segreto del suo animo e la sua signorilità di spirito, consono, anche nella morte, alla sua riservata compostezza, alla sua umile modestia ed al suo nobile sentire. I fratelli, che sono della stessa stoffa, continuano nell’operoso fervore, che porta il segno del padre e di questo tronco vigoroso innanzi tempo spezzato.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

Edizioni Giuseppe Laterza srl
Bari, piazza Umberto I n.29 – Tel. 345 623 6207 – Email info@edizionigiuseppelaterza.it

Consulta la pagina dedicata sull’edizione storica: