MINCUZZI FAMIGLIA

Chi, venendo dalla stazione, si affaccia per la prima volta nel cuore della vita urbana barese, non può non accogliere con un senso di sorpresa e di ammirazione la cupola armoniosa e snella che, sovrastando uno dei più fastosi edilizi cittadini, pone, nel cielo, prismi accesi dal sole.

Il palazzo che il cav. Michele Mincuzzi ha creato per degnamente contenere la mirabile moderna organizzazione del suo negozio di vendita non avrà per questo, offerto tutti quanti i suoi doni: basterà oltrepassare la soglia dell’ampio portale d’ingresso, ed ecco che nuove meraviglie, nuove attrattive grandiose ed armoniose si presenteranno agli occhi del visitatore. Ampie scale, scaffali contenenti ogni sorta di stoffe e le più nuove creazioni in fatto di moda, piani ricorrenti per tutto il perimetro dell’edifizio e spalancati verso il centro a dare sostanza e vita ad una maestosa hall distributrice di luce e di ordine; colonne marmoree tendenti verso l’alto a sostenere i piani ed il soffitto delicatamente decorati, ecco il panorama che il visitatore godrà in questo Regno del Tessuto.

Il creatore di questo regno, il sacerdote di questo tempio del lavoro e dell’attrezzatura mercantile moderna è il cav. Mincuzzi che, coadiuvato dai suoi due figli Giovanni e Liborio, continua a mantenersi fedele ai suoi ideali di vita servendo un segreto miraggio di grandezza.

Nacque nel 1870 ed ebbe come maestra la vita, giacchè, rimasto orfano di padre in tenera età, egli fu allocato dalla madre presso il negozio di mercerie in qualità di apprendista, e qui maturò la sua esperienza non soltanto nel meccanismo del commercio di tessuti, ma anche nel meccanismo dei rapporti sociali.

La sua è stata una battaglia combattuta senza adeguati mezzi per raggiungere un degno posto al sole. I fati hanno propiziato il successo di questa battaglia ed egli non ha alzato segni di presunzione e di albagia. Il suo primo modesto negozio aperto in via Abate Gimma, cominciò a conoscere il più fervido andirivieni di clienti che mai avesse sorriso ad un mercante barese di stoffe.

Questi primi passi di attività personale ed indipendente gli furono resi possibili dalla fiducia che giustamente in lui riposero le migliori case produttrici della Lombardia e del Piemonte; e poi fu una lenta ascesa sviluppatasi in pochi decenni. Da via Abate Gimma egli passa in via Sparano e qui, da un semplice locale, il suo negozio chiede aria e respiro ad altri ambienti contigui; quindi si trasferisce in ambienti di sua proprietà. Egli frattanto ha sposato Rosa Milella, una gentile e virtuosa figlia della nostra borghesia mercantile, che divide le cure della maternità con quelle del negozio. Ella è la collaboratrice più attiva e più intelligente del marito, fattrice non ultima delle fortune familiari, ella incarna il tipo ideale della nostra donna di casa, fedele alla purità del costume, dedita all’amore ed all’educazione dei figli, partecipe attiva delle vicende delle aziende familiari.

E così, con gradazione lenta ed inesorabile, Michele Mincuzzi cammina per una strada in continua ascesa e raggiunge mète impensate.

Egli rappresenta il prototipo del commerciante barese, tenace, volitivo, intelligente, risparmiatore: venuto dal poco, egli deve tutto alla sua fatica ostinata e puntigliosa. Qui il fattore fortuna ha un ingerenza molto relativa.

Quarant’anni fa egli era un modesto negoziante di stoffe: lo ricordano tutti quelli che sono ormai, sulla soglia della cinquantina o coloro che l’hanno oltrepassata da un pezzo; lo ricordano sopratutto le nostre mamme che in lui trovarono il gentile, paziente ed arrendevole fornitore dei loro guardaroba umbertini. E’ stata forse questa accogliente cortesia, questo senso dell’equilibrio nel rapporto tra compratore e venditore che ha fatto più luminose le tappe di lui. Tappe ricolme di sacrifizio ma sicure e decise verso una mèta di ordine superiore. Oggi Michele Mincuzzi può dire di non avere lavorato invano se ha potuto dare alla sua attività un ambiente così armonioso, così appropriato e così gradito.

E lavora ancora, certo non con l’ardore della prima giovinezza, ma col calore che può dare la sua fibra ancora salda e vigorosa; lavora circondato dai suoi figli amorosi che, seguendo la scia paterna, hanno trovato fonti inesauribili di soddisfazioni nelle quotidiane fatiche della possente azienda mercantile.

Chi, venendo dalla stazione, si affaccia per la prima volta nel cuore della vita urbana barese, non può non accogliere con un senso di sorpresa e di ammirazione la cupola armoniosa e snella che, sovrastando uno dei più fastosi edilizi cittadini, pone, nel cielo, prismi accesi dal sole.

Il palazzo che il cav. Michele Mincuzzi ha creato per degnamente contenere la mirabile moderna organizzazione del suo negozio di vendita non avrà per questo, offerto tutti quanti i suoi doni: basterà oltrepassare la soglia dell’ampio portale d’ingresso, ed ecco che nuove meraviglie, nuove attrattive grandiose ed armoniose si presenteranno agli occhi del visitatore. Ampie scale, scaffali contenenti ogni sorta di stoffe e le più nuove creazioni in fatto di moda, piani ricorrenti per tutto il perimetro dell’edifizio e spalancati verso il centro a dare sostanza e vita ad una maestosa hall distributrice di luce e di ordine; colonne marmoree tendenti verso l’alto a sostenere i piani ed il soffitto delicatamente decorati, ecco il panorama che il visitatore godrà in questo Regno del Tessuto.

Il creatore di questo regno, il sacerdote di questo tempio del lavoro e dell’attrezzatura mercantile moderna è il cav. Mincuzzi che, coadiuvato dai suoi due figli Giovanni e Liborio, continua a mantenersi fedele ai suoi ideali di vita servendo un segreto miraggio di grandezza.

Nacque nel 1870 ed ebbe come maestra la vita, giacchè, rimasto orfano di padre in tenera età, egli fu allocato dalla madre presso il negozio di mercerie in qualità di apprendista, e qui maturò la sua esperienza non soltanto nel meccanismo del commercio di tessuti, ma anche nel meccanismo dei rapporti sociali.

La sua è stata una battaglia combattuta senza adeguati mezzi per raggiungere un degno posto al sole. I fati hanno propiziato il successo di questa battaglia ed egli non ha alzato segni di presunzione e di albagia. Il suo primo modesto negozio aperto in via Abate Gimma, cominciò a conoscere il più fervido andirivieni di clienti che mai avesse sorriso ad un mercante barese di stoffe.

Questi primi passi di attività personale ed indipendente gli furono resi possibili dalla fiducia che giustamente in lui riposero le migliori case produttrici della Lombardia e del Piemonte; e poi fu una lenta ascesa sviluppatasi in pochi decenni. Da via Abate Gimma egli passa in via Sparano e qui, da un semplice locale, il suo negozio chiede aria e respiro ad altri ambienti contigui; quindi si trasferisce in ambienti di sua proprietà.

Egli frattanto ha sposato Rosa Milella, una gentile e virtuosa figlia della nostra borghesia mercantile, che divide le cure della maternità con quelle del negozio. Ella è la collaboratrice più attiva e più intelligente del marito, fattrice non ultima delle fortune familiari, ella incarna il tipo ideale della nostra donna di casa, fedele alla purità del costume, dedita all’amore ed all’educazione dei figli, partecipe attiva delle vicende delle aziende familiari.

E così, con gradazione lenta ed inesorabile, Michele Mincuzzi cammina per una strada in continua ascesa e raggiunge mète impensate.

Egli rappresenta il prototipo del commerciante barese, tenace, volitivo, intelligente, risparmiatore: venuto dal poco, egli deve tutto alla sua fatica ostinata e puntigliosa. Qui il fattore fortuna ha un ingerenza molto relativa.

Quarant’anni fa egli era un modesto negoziante di stoffe: lo ricordano tutti quelli che sono ormai, sulla soglia della cinquantina o coloro che l’hanno oltrepassata da un pezzo; lo ricordano sopratutto le nostre mamme che in lui trovarono il gentile, paziente ed arrendevole fornitore dei loro guardaroba umbertini. E’ stata forse questa accogliente cortesia, questo senso dell’equilibrio nel rapporto tra compratore e venditore che ha fatto più luminose le tappe di lui. Tappe ricolme di sacrifizio ma sicure e decise verso una mèta di ordine superiore. Oggi Michele Mincuzzi può dire di non avere lavorato invano se ha potuto dare alla sua attività un ambiente così armonioso, così appropriato e così gradito.

E lavora ancora, certo non con l’ardore della prima giovinezza, ma col calore che può dare la sua fibra ancora salda e vigorosa; lavora circondato dai suoi figli amorosi che, seguendo la scia paterna, hanno trovato fonti inesauribili di soddisfazioni nelle quotidiane fatiche della possente azienda mercantile.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

Edizioni Giuseppe Laterza srl
Bari, piazza Umberto I n.29 – Tel. 345 623 6207 – Email info@edizionigiuseppelaterza.it

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