METTA GIACOMO

Giacomo Metta fu Donato è nato a Canosa di Puglia l’11giugno 1864. Ebbe natali modestissimi da padre oriundo abruzzese e da madre di Canosa.

Frequentò dapprima le scuole comunali indi le scuole tecniche del suo paese; nelle ore serali fece privatamente gli studi ginnasiali; conseguì quasi contemporaneamente la licenza tecnica e quella ginnasiale. Successivamente, a spese del Comune di Canosa di Puglia, frequentò i corsi liceali nel Convitto Nazionale di Lucera.

Nel corso degli studi si segnalò fra i primi e conseguì continui premi e quindi la licenza liceale di onore, meritando, così, l’ambita distinzione di partecipare alla gara nazionale in Roma fra tutti i licenziati di onore dei Licei e conseguendo una lusinghiera classifica.

Frequentò i corsi universitari di giurisprudenza a Napoli, sostenuto da borse di studi del Comune di Canosa di Puglia, e si addottorò in legge nel 1887, superando gli esami con ottimi risultati che gli procurarono il plauso dei sommi maestri dell’Ateneo napoletano, fra cui Pessina, Gianturco, Bovio e De Crescenzio; in ispecie di quest’ultimo che ebbe a riferire sulla sua tesi di laurea in Diritto Romano che meritò la lode del Corpo Accademico.

Terminati gli studi universitari, fece la pratica professionale nello studio di Gaetano Manfredi che lo ebbe molto caro.

Entrò nell’arringo professionale a Trani, allora sede della fiorente Corte di Appello delle Puglie, e coltivando più il ramo penale che civile, si affermò vittoriosamente in gravi processi, specie di corte di Assise, avendo avversari valorosi. I poveri del suo paese trovarono in Lui il difensore disinteressato ed appassionato.

Successivamente si dedicò anche al ramo civile e pure in questo campo si affermò autorevolmente, in guisa da meritare la fiducia di vasta clientela, fra cui Enti e Comuni del distretto della Corte di Appello.

Si ebbe la stima e la benemerenza dei Colleghi e dei Magistrati. Fu per molti anni componente del Consiglio dell’ordine degli Avvocati presso la Corte di Appello di Trani.

Trasferitasi la Corte di Appello a Bari, fu tra i primi a fissare la residenza nel capoluogo dove ha tenuto e tiene alta la tradizione forense pugliese.

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Alla sua scuola hanno attinto sapienza e coscienza i suoi due figli avvocati Donato e Nicola, e numerosi discepoli che oggi onorano la classe.

Giovanissimo fu eletto Consigliere Comunale di Canosa di Puglia; in seguito fu mandato al Consiglio Provinciale di Bari ove rimase dal 1899 al 1905. Anche in questo campo seppe guadagnarsi la stima e la fiducia dei colleghi che gli affidarono importanti e delicati incarichi, come quelli di Presidente della Commissione del Bilancio della Provincia, Presidente della Commissione degli Appelli Provinciali, Presidente del R. Ospizio Vittorio Emanuele di Giovinazzo.

Specialmente a quest’ultimo ufficio egli si dedicò con passione e costanza non comuni, riuscendo ad apportare provvidenziali miglioramenti nella salute e nello spirito dei ricoverati.

In politica non ebbe ambizioni o velleità di candidature: cessato il mandato di Consigliere Provinciale, si consacrò agli studi, alla professione ed alla famiglia. Fu interventista fervente nella grande guerra, in cui i suoi due figli fecero il loro dovere di cittadini. All’avvento del Fascismo fu con esso e, pur non essendo un tesserato, ha sempre avuto ed ha piena fede nel Duce e nei nuovi destini dell’Italia.

Col suo lavoro ha costituito una vasta azienda patrimoniale dando anche contributo all’incremento della viticoltura mediante la ricostruzione di vasta estensione di vigneti in Canosa di Puglia.

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Sposò nel febbraio del 1890 la signorina Nicoletta Moccia, figliuola di fervente patriota.

Ebbe quattro figli di cui due maschi.

Il grande, Donato, esercita la professione a Roma dove ha saputo affermarsi nel giro di pochi anni. Egli fu, durante la guerra, ufficiale di Artiglieria. Combattente dal 1915 al 1918, fu ferito gravemente al Podgora, mentre sosteneva il fuoco dei suoi pezzi a conforto dell’avanzata delle Fanterie. Si congedò col grado di capitano ed ha sposato la figliuola dell’avv. cav. Giuseppe Protomastro, di antica famiglia tranese. Il secondo, Nicola, esercita la professione a Bari; vive in comunione di spirito e di vita col padre. Diciottenne, allo scoppiare della guerra, si arruolò, nei volontari Ciclisti; indi frequentò il corso per nomina ad ufficiale ed è stato ufficiale del Genio dal 1916 al 1918 sul fronte della Terza Armata. Congedato nel 1920 col grado di tenente, iniziò la professione forense dove ha emerso. E’ stato per oltre quattro anni Segretario del Sindacato Fascista Avvocati e Procuratori di Bari; ha disimpegnato nel Partito altri incarichi. Ha sposato la figliuola del Cav. Vincenzo Pesante di Sansevero, noto ed apprezzato banchiere della Provincia di Foggia.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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