MARCHIO NICOLA

Il cav. Uff. Nicola Marchio fu Lorenzo compì i suoi studi in Napoli, ove conseguì la laurea in Giurisprudenza l’8 agosto 1988, iniziando la pratica forense sotto la guida dell’illustre prof. Riccardo Iannuzzi. Fu la perdita immediata dell’amato suo genitore la causa del suo ritorno in Andria, per assistere ai suoi interessi ed alla divisione del patrimonio che, quantunque cospicuo, doveva dividersi fra ben dodici figli. Questi interessi economici e la innata passione alla terra impedirono a lui il proseguimento della carriera forense, per cui spinto dalla necessaria attività per il maggiore incremento della sua quota ereditaria, iniziò nel 1892 la sua attività di agricoltore.

Avendo trovato deficiente la produzione delle mandorle nella sua quota, iniziò subito la trasformazione dei terreni seminativi semplici direttamente, impiantando così nello spazio di un decennio ben quaranta ettari di terreno in mandorleti specializzati e con criteri tecnici specialmente per la scelta delle svariate qualità di mandorle, adottandole secondo il tipo dei terreni, frutto questo di accurate esperienze e di minuziose osservazioni. Anche nell’impianto dei vigneti, dopo l’invasione fillosserica, si adoperò con lo stesso zelo, con la stessa appassionata attività, specie nella manifatturazione dei vini bianchi e rosati premiati alla Esposizione dei prodotti agricoli in Barletta ove conseguì nel 1926 la medaglia di argento.

Nel 1930 poi conseguì un’altra medaglia vermeille alla Fiera del Levante in Bari per i suoi prodotti di frutta secca con una larga mostra delle migliori varietà di mandorle ed una di queste sue lodate specialità ha figurato nella recente Mostra Internazionale di Bruxelles su richiesta della Cattedra di Agricoltura di Bari.

Per il suo attaccamento agli interessi agricoli collaborò anche con la stampa e con parecchi studi, a sostegno ed a difesa dell’ Agricoltura.

Per questo suo attaccamento e valida difesa di interessi agricoli, gli furono conferiti due incarichi speciali, uno nel 1920, quale Presidente dell’Associazione Agraria Cooperativa Andriese, e l’altra nel 1932 quale Delegato della Federazione Agricoltori in Andria.

Nell’uno e nell’altro incarico portò il contributo della sua intelligente attività a favore dell’Agricoltura Regionale, e la sua presidenza all’Associazione Agraria fu caratterizzata dalla soluzione di un assillante problema, quello della custodia dei campi, con la costituzione di un Consorzio di Guardie Campestri, Consorzio tuttora esistente, fiorente, e rispondente alla sicurezza della grande produzione agricola del vasto territorio. Ed un’altra attività caratterizzava la presidenza suddetta con la funzione della Cooperativa resasi indispensabile in quel periodo caotico del dopoguerra, quando imperavano le Camere del Lavoro, e difettavano generi indispensabili all’agricoltura; riuscendo però non solo a provvedere a tali imperiose necessità ma anche a dare un assetto economico all’Associazione, chiudendo la sua gestione con un avanzo netto in cassa di circa ventimila lire.

Quale Delegato della Federazione, ora Unione Agricoltori, collaborò anche attivamente alla difesa dei nostri vitali interessi agricoli, sia con la parola nei vari consessi, sia con la stampa e con vari studi diretti specialmente alla difesa della produzione e commercio oleario, reclamando energici e tempestivi provvedimenti a favore della Olivicoltura. Per queste benemerenze nel campo di questa organizzazione sindacale al Cav. Marchio fu conferita dall’ill.mo Presidente, Onorevole Ricchioni, la nomina ad Ispettore Onorario della Federazione, ed in quel periodo fu promosso anche ad Ufficiale della Corona d’Italia.

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Nel 1925 per incarico ricevuto dal Sindacato Agricoltori di Andria fu estensore di un memoriale inviato a S. E. il Ministro delle Finanze. Nel 1928 anche per mandato ricevuto dagli Agricoltori e proprietari di Andria fu estensore di un opuscolo a stampa intitolato « Per il buon nome di Andria » in difesa della vasta trasformazione agraria del territorio andriese, operata dai proprietari, in ubertosi oliveti, vigneti e mandorleti che oggi tecnici e autorità ammirano, mentre che la produzione di queste piante erboree è la massima della Provincia.

Il cav. Marchio fu nominato parecchie volte Consigliere Comunale e coprì anche la carica di Assessore ai lavori pubblici.

Fu anche per molti anni componente l’amministrazione della Congregazione di Carità. Fu per molti anni componente il Consiglio di Amministrazione della cessata « Cassa di Risparmio di Andria ».

Fu anche componente il Consiglio di Sconto del Banco di Napoli per il Credito Agrario presso l’Agenzia di Barletta. Fu anche membro di parecchie Commissioni Comunali. Amministrò anche la Giustizia quale Conciliatore con nomine del Tribunale di Trani. Coprì anche la carica di Sindaco alla Banca di Andria. Per la sua assistenza diretta e laboriosa il cav. Marchio riusciva a migliorare sensibilmente la sua proprietà terriera, ad aumentare la produzione ed a conservare intatto il suo patrimonio, aumentandolo.

Dovendo poi provvedere anche alla sua abitazione unitamente a suo fratello comm. Michele Marchio, costruirono insieme un palazzo a due piani in via Ruggiero Settimo, Largo Imbriani. Questo palazzo, oltre alla sua mole e decorosa architettura, ricorda, anche una data storica del Fascismo perchè proprio nello studio del cav. Marchio fu fondato nel 1920 ed ebbe sede per parecchio tempo il primo Fascio di Combattimento costituito da suo figlio Lorenzo, squadrista della prima ora, ferito e scampato parecchie volte agli attentati delle guardie rosse del socialismo imperante sul Comune. Per tale sua coraggiosa iniziativa però gli pervenne dal Duce, in quell’epoca turbinosa, una lusinghiera lettera, lettera di alto compiacimento ed incoraggiamento.

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Nel 1894 sposò la nobile signorina Franceschina Iannuzzi figlia del comm. Riccardo e da questa felice unione nacquero cinque figli, la maggiore Prof.ssa Suora Maria Carmela, Figlia del Sacro Cuore in Roma, nello stesso Istituto ove era stata educata; poi Camilla, sposata al sig. Riccardo Marchio di Pasquale, Lorenzo, il noto fascista della prima ora, sposato alla signora Sofia De Filippis, Iolanda, sposata al compianto gentiluomo Francesco Ceci ed Elena, sposata al Sig. Gustavo Ceci.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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