GUASTAMACCHIA GIOVANNI

L’avv. Giovanni Guastamacchia di Terlizzi può ben meritare la qualifica di agricoltore appassionato che, nella dura pratica di esperienze terriere, si è beneficiato della sua nativa intelligenza e della sua vasta cultura.

Egli è uno dei benemeriti della trasformazione agraria della Provincia di Bari e pertanto ha dritto ad una particolare segnalazione.

Il padre suo Giuseppe, era un agricoltore ma pieno di spirito d’iniziativa. Attraverso sacrifizi non pochi, questo prototipo dei nostri piccoli proprietari agricoltori amanti del lavoro e della terra, riuscì ad educare nel senso moderno i suoi cinque figli e le sue due figlie. Dei figli Giovanni e Pasquale fece due avvocati, del figlio Luigi fece un medico che, in ostetricia, si stabilì a Trani ove si affermò come professionista colto e sapiente.

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Il figliuolo grande, di nome Francesco, si recò a Napoli ancor giovanissimo ed intraprese un commercio, diventato poi attivissimo, in vini ed oli, fornitigli dal padre e dall’altro fratello, Michele, tutt’ora vivente e dimorante a Terlizzi.

In questa famiglia ove alla purezza del costume s’univa il senso del dovere verso il proprio paese e verso la società, il giovane Giovanni visse la sua prima giovinezza proteso verso la necessità di rispondere pienamente alle aspettative paterne.

Compiuti gli studi secondari si recò a frequentare la facoltà di giurisprudenza nell’Ateneo napoletano e, non appena laureatosi, si stabilì a Trani ove esercitò con successo la professione di avvocato.

Frattanto il padre suo, insistendo nella sua fatica diuturna, ingrandiva sensibilmente il patrimonio familiare ond’è che, sposatosi il l. dicembre 1906 con la signorina Elena Tricarico, gentile figliuola del notissimo signore di Palo cav. Domenico, fu costretto ad abbandonare Trani ed a stabilirsi a Terlizzi per curare la porzione ereditaria che gli era venuta dal padre.

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S’inizia così per l’avv. Guastamacchia un’era di dinamica fattività e di quotidiano travaglio giacchè in lui s’incontravano e si fondevano armonicamente il nativo attaccamento alla terra, la saggezza dell’amministratore e la coscienza dei nuovi incumbenti doveri sulla borghesia terriera pugliese.

E le sue ampie vedute nel campo della trasformazione terriera gli portarono successo e fortuna.

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Anno per anno egli andò accrescendo il suo patrimonio acquistando dapprima la masseria « Aspro Piccolo» di 250 ettari e dotandola di fabbricati e di altre opere murali. Più tardi, capitatagli l’occasione di acquistare la vasta tenuta di Domenico Quartodipalo in agro di Bitonto denominata « Pozzo delle Serpi », vi si fissò come un pioniere e tanto insistette con squadre di contadini nell’opera di trasformazione che dopo qualche anno quelle che erano aride petrarie, quelli che erano sterpeti abbandonati diventarono fiorenti vigneti, verdeggianti mandorleti e prolifici oliveti.

In correlazione con questa attività trasformatrice egli sviluppava intanto le opere sussidiarie della sua azienda agricola: nascevano così un perfetto e moderno stabilimento oleario ed un ancor più perfetto stabilimento vinicolo corredato di macchine nuovissime e di una vasta cantina.

Dal suo matrimonio felice nascevano intanto la figliuola Maria che è andata sposa al notaio Monetti di Trani ed i figliuoli Luigi, studente di legge, attualmente a Roma, e Giuseppe, studente di Medicina presso l’Università Mussoliniana di Bari e dinamico Segretario del Fascio terlizzese di combattimento.

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Recentemente il patrimonio dell’avv. Giovanni Guastamacchia si arricchiva dell’ asse ereditario del fratello Luigi che tanta messe di compianto ha lasciato nella città di Trani dove è morto quattro anni or sono, mirabile esempio di onestà spirituale e professionale posta al servizio dell’umanità sofferente.

Testimonianza viva di questa onestà è la parte del suo testamento nella quale sono contenute le sue elezioni di vita.

« Vi raccomando di essere interessati ed economi – egli dice ai suoi eredi fratello Giovanni e figli di costui – ma nello stesso tempo ricordatevi che l’agiatezza vi deve servire per godere la vita ed anche per fare un po’ di bene al prossimo. Per questo ricordatevi di fare delle elemosine e degli atti di carità: molte volte un gingillo inutile in meno, ed anche una gioia o gioiello può dedicarsi a sollevare dalle miserie e dai veri dolori della vita, ed avrete così delle soddisfazioni morali e dello spirito a mille doppi di quelle che vi potranno dare il lusso che spesso suona un insulto a chi soffre per la miseria ».

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Egli sapeva di seminare in un terreno fecondo, chè nella casa di Giovanni Guastamacchia era sentita ed esercitata la solidarietà verso le creature più abbisognevoli di assistenza, chè in casa Guastamacchia la pratica della bontà era già una legge di esistenza.

Esempio di questo sentimento è il dono fatto dall’avv. Guastamacchia al Municipio del suo paese di un vasto suolo suburbano su cui è stato creato il mendicicomio. Così, fra le pratiche di bene e le quotidiane preoccupazioni per l’andamento dell’azienda agraria Giovanni Guastamacchia può guardare con orgoglio il suo passato di padre e di agricoltore e può giustamente aspettarsi dal Signore il premio più degno: quello di vedere i suoi figli perpetuare la famigliare tradizione di lavoro e di onestà fra la generale estimazione dei concittadini.

Il ricordo della santa memoria del dottor Luigi Guastamacchia che per 40 anni elargì i tesori del suo sapere alla città delle prime istituzioni marittime, governa e guida il ritmo della giovane e coscienziosa attività dei nipoti.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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