GUACCERO FAMIGLIA

Di questa famiglia che ha avuto personalità elette nel campo degli studi e nel campo della pubblica amministrazione si hanno notizie precise sia in rapporto alle origini sia in rapporto alla vita dei vari componenti di essa.

Infatti sono ancora custoditi presso l’ultimo dei Guaccero – che si è affermato in maniera mirabile come chirurgo insigne e come uomo politico, raggiungendo degnamente il laticlavio ed aggiungendo lustro alla Terra di Puglia – una genealogia ininterrotta di circa 600 anni e tutti i documenti riguardanti il progressivo sviluppo e le personali affermazioni di alcuni uomini del casato.

Testimonianza questa di un amore alle memorie familiari che è declarativo della nobiltà del sentire e dell’attaccamento alle domestiche cose.

La famiglia aveva prima per cognome la denominazione De Guaczaro che ha come radice una parola longobarda « Guaczar» significante castellano. Più tardi il cognome, per semplificazione, divenne de Guazzaro, poi de Guaccero ed infine – all’epoca dell’occupazione napoleonica – fu abbandonato il « de ».

Le prime notizie su questa nobile famiglia si rilevano da alcune antiche pergamene custodite nell’archivio familiare e rimontanti al 1381, epoca in cui i De Guaczaro figurano tra le famiglie nobili di Città di Salerno, ed avevano per insegna una stella d’oro tra due palle ed una rosa di color rosso in campo argenteo (da antica pergamena con stemma miniato, cavata in Napoli da Ferdinando Meola nel 1775).

Risulta da altri antichi documenti che un Petrazzo De Guaczaro si stabilisce in Palo per motivi non conosciuti, nel 1418.

Il figlio Matteo, che sposa una Ritula, è eletto ordinario del Comune di Palo.

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Di qui comincia la serie numerosa dei Sindaci e dei Governatori e, comunque, degli amministratori del Comune di Palo del Colle, espressi da tale Casato.

E così si hanno documentazioni di un Pietro De Guazzaro che nel 1568 è Sindaco prima, poi Governatore di Palo.

Documenti successivi, sempre custoditi nello archivio familiare, portano molti De Guaccero come contribuenti per pagamento di gabelle sull’olio e sulle olive; nel 1616 un Cola De Guaccero è deputato ad esigere le gabelle dell’Università; nel 1619 un Cola De Guaccero e un Matteo De Guaccero risultano eletti soprannumerari del Comune; e così, fino al 1640, i documenti segnalano altri obblighi o sgravii attribuiti a persone del Casato, e nel 1641 i coniugi Paolo De Guaccero e Beatrice Del Cavaliere risultano fondatori di un Pio legato laicale sotto la denominazione di Santa Maria la Liberata.

Da quest’epoca, fino alla prima metà del 1700, i documenti familiari testimoniano un continuo progressivo incremento del patrimonio familiare ed un vivo continuo attaccamento alla terra che, a cura dei migliori esponenti della famiglia, vien trasformata in vigne opime, oliveti e mandorleti.

Si giunge così al 1748, epoca in cui un Notaio Domenico De Guaccero è eletto Sindaco della Università di Palo del Colle.

Da questo notaio si originano parecchi figli fra cui quattro sacerdoti ed il primogenito agricoltore, tutti gentiluomini che aggiungono nuovo lustro alla famiglia, come risulta da documenti consultati dall’archivio di Stato di Napoli alla voce « Onciario di Palo ».

Veniamo così al 1800; secolo che contrassegna una serie ininterrotta di amministratori pubblici, circondati di credito, di affetto e di estimazione non soltanto dalla popolazione del Comune, ma anche dalle maggiori personalità della Provincia.

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Dal libro dei parlamenti e delle risoluzioni decurionali dell’Università Palese risulta che nel 1807 un Domenico Guaccero dottore in jure Canonico et Civili, è nominato Deputato per un arbitrato Demaniale; più tardi è eletto nella terna per Sindaco e nel 1815 è segnato, prima nella lista dei 15 proprietari più ricchi obbligati a coprire col proprio danaro la somma per arretrati di contributi diretti del Comune al Governo, e successivamente, divenuto Cassiere dello stesso Comune, anticipa il proprio danaro all’Ente.

Questo dottore, ricco di scienze e di dottrina beneamato dai concittadini per le sue opere di pietà e per il suo onesto costume, è eletto nel 1817 Consigliere Provinciale e nel 1819 Sindaco del Comune, carica che tenne fino al marzo 1822.

Nel 1823 nel 1824 nel 1825 e nel 1826 Domenico Guaccero è continuamente riconfermato nella carica di Consigliere Provinciale.

Le affermazioni familiari continuano per virtù del figliuolo Pasquale, il quale si sposa con Agata della nobile famiglia Forges-Davanzati, nota in tutta la Puglia per le sue benemerenze culturali e patriottiche, e diventa dapprima Decurione del Comune, Giudice di Pace e poi Guardia d’Onore di S. M. il Re di Napoli.

Il figlio di Pasquale e cioè Domenico nato il 1844, fu per un trentennio Amministratore di Palo del Colle, circondato da larga stima per le sue virtù domestiche e per la passione per l’agricoltura.

Egli sposò Maria Fallacara ed ebbe otto figli, fra cui il Senatore Alessandro.

Abbiamo già sottolineata una speciale disposizione della famiglia Guaccero a legare obblighi e finanziamenti per motivi pietosi ed abbiamo accennato alla costituzione del Pio legato sotto dominazione di Santa Maria la Liberata.

Ma, a maggiormente comprovare il credito e la cristiana devozione dei Guaccero, non possiamo tacere un altro diritto attivo e passivo che la casa dei Guaccero, e per essa la linea del dottor D. Domenico di cui abbiamo parlato, godevano e godono sopra il beneficio laicale, fondato sotto il titolo di San Antonio di Vienna con annessa Cappella a Porta Reale.

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Come abbiamo detto, da Domenico Guaccero che fu per 30 anni, ed ininterrottamente, amministratore del suo Comune ed anche tenente della Guardia Nazionale, nacque, fra gli altri, Alessandro che doveva successivamente entrare nella Camera alta e che doveva affermarsi come chirurgo di classe. Alessandro Guaccero, nato a Palo del Colle il 1880, studiò e si laureò in medicina nel 1905 presso la R. Università di Napoli. Laureatosi col massimo dei voti e distintosi durante tutto il periodo Universitario per amore agli studi e per intuito medico, fu per due anni assistente del famoso professore Von Schron che teneva la cattedra di Anatomia Patologica in Napoli e che fu, come è noto, il primo ad intuire ed a studiare la vita dei cristalli. Successivamente fu assistente chirurgo agli Ospedali Riuniti di Napoli e quindi secondo aiuto allo istituto Rizzoli di Bologna, allievo del celebre prof. Codivilla.

Fu aiuto onorario della R. Clinica chirurgica di Siena e fece anche una sosta, per ragioni di studio, nelle Cliniche Universitarie di Germania e di Parigi; e poi, chiamato in Patria dai suoi amici ed ammiratori, vi rientrò nel 1913, in tempo per partecipare, come giovane esponente del combattivo gruppo progressista della Provincia di Bari, ad una memoranda lotta contro le consorterie che si erano annidate da decenni nel Consiglio Provinciale e negli altri consessi pubblici della nostra Terra.

Si parte da questo primo passo l’attività politica di questo giovane ed abile docente che più tardi doveva legare il suo nome alle battaglie politiche del dopo guerra, sostenute in nome delle rivendicazioni morali, spirituali ed economiche del popolo combattente.

Nella lotta politica e amministrativa del 1913 che vide le migliori intelligenze di Terra di Bari d’ogni gruppo e d’ogni partito avvenirista fusi per il raggiungimento di un comune ideale di miglioramento del costume politico e di progresso per il Mezzogiorno, Alessandro Guaccero ebbe una magnifica votazione e fu Consigliere Provinciale del Mandamento di Capurso; mentre nella lotta politica dello stesso anno, presentatosi candidato al Collegio uninominale di Modugno, cadde, non per volontà degli elettori, ma per effetto delle manipolazioni e violenze avversarie.

Contemporaneamente a questa sua attività politica si sviluppava sensibilmente la sua attività professionale e quando una sua zia materna, donna di pii costumi, volle offrire alla sua Triggiano, nel 1910, un istituto destinato alla chirurgia generale ed alla ortopedia, fu lui che ne assunse il governo organizzativo e la direzione funzionale di esso.

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Durante il periodo della grande guerra, questo Istituto, magnificamente attrezzato, fu messo dall’allora Capitano Medico Alessandro Guaccero, a gratuita disposizione dell’Amministrazione militare e funzionò, sotto la di lui direzione tecnica, da ospedale militare di riserva con 300 letti esclusivamente per la chirurgia di guerra. E fu di grande ausilio ai 12000 lesionati di guerra ricoveratisi, di cui 2000 ufficiali, in gran parte feriti gravi.

Nel 1919 fu eletto deputato nella lista dei combattenti. Ebbe a far parte del Gruppo del Rinnovamento, mantenendo posizione di opposizione al ministero Nitti e fu presidente del primo congresso Nazionale dei combattenti tenutosi in Napoli.

Rieletto deputato nel 1921 e scioltosi il gruppo del Rinascimento, si iscrisse al gruppo agrario di cui fu segretario. Durante la XXVI legislatura votò sempre col gruppo fascista, e conservò tale atteggiamento nei riguardi del gabinetto Giolitti, per la questione fiumana, mettendosi in contrasto col proprio gruppo agrario.

Fu componente del direttorio dei gruppi parlamentari nazionali.

Fu il primo dei deputati ad iscriversi al Partito fascista, subito dopo la Marcia su Roma e nelle elezioni del 1924 tornò alla Camera, candidato della lista fascista «bis» riportando circa 60.000 voti di preferenza, maggiore quotato della Provincia di Bari, e nel 1929, in virtù del suo tenace contributo portato alla soluzione d’importanti problemi d’ordine nazionale e provinciale, fu dal Regime insignito del Laticlavio.

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In questo periodo espletò azione parlamentare intensa e fattiva ed ebbe mandati di fiducia e delicati: fu Segretario della Commissione permanente dell’Esercito e Marina; fu Commissario dei Servizi Marittimi Sovvenzionati; compilò – per incarico del Duce – i progetti di legge per la perequazione delle pensioni a favore dei vecchi pensionati. Ebbe cariche sindacali fasciste molto importanti: Segretario Generale dalla Corporazione Sanitaria; Vice Segretario Nazionale del Sindacato Medici, i cui due primi Congressi Nazionali presiedette; ispettore nazionale dei Gruppi dei Sindacati Sanitari.

Non pochi sono i servigi resi dal Senatore Guaccero anche negli interessi culturali e scientifici della nostra Terra.

Non bisogna dimenticare che egli fu nella Commissione nominata dal Governo per la istituzione della Università Barese e fin dall’inizio dell’ attività del nostro Ateneo curò la soluzione di molte questioni collegate allo sviluppo di esso; nè bisogna dimenticare che quando la nostra Università, ad iniziativa dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione S.E. Fedele, volle quì chiamare gli studenti Egiziani perchè si fossero abbeverati al pensiero italiano, fu appunto l’on. prof. Guaccero incaricato di recarsi in Egitto per svolgere questa importante missione di carattere culturale.

L’esito di questa missione fu consacrato in una relazione dalla quale risultava che i giovani Egiziani erano stati interessati alla cultura italiana ed avevano cominciato a chiedere i lumi del pensiero occidentale alla nostra Università. L’On. Guaccero seppe dire agli Egiziani come dalla nostra Università Adriatica rispondesse una luce nuova su tutte le vie del Mediterraneo riprendendo una arcisecolare tradizione latina.

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E quando poi il nostro Ospedale Consorziale e le Cliniche Universitarie spedalizzate ebbero bisogno di un amministratore che avesse tonificato le varie attività ospedaliere dell’Istituto e ne avesse incrementati i proventi finanziari fu appunto l’On Guaccero il prescelto. Ed egli assolse questa nuova importante missione riformando il vecchio e cadente istituto ospedaliero barese sin nella sua struttura edilizia.

Ancora e sempre innamorato dei suoi studi egli alterna ora le fatiche politiche con quelle che gli rivengono dalla direzione della Clinica Ortopedica della R. Università e dell’Istituto Ortopedico di Triggiano, egli alterna le cure del suo alto ministero con quella della sua famiglia, consacrata alla migliore tradizione domestica pugliese dalla larga figliolanza e dalla purezza: del costume, e trova nell’attaccamento dei suoi allievi il migliore conforto alla sua opera di docente preparato e capace.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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