GRIMALDI NICOLA VITO

Nicola Vito Grimaldi trae origine da una modesta famiglia barese di marinai e suo padre Antonio fu nostromo e proprietario di barche, rinomato per il suo coraggio nelle navigazioni più avverse. La piccola flotta del Grimaldi, dopo servizi di cabottaggio si estese in navigazioni, e toccò la Dalmazia e la Croazia.

Dai contatti continui in queste terre fertili di boschi, l’audace nocchiero ebbe a concepire quelle possibilità di acquisti e di commercio di legnami, che poi dovevano portarlo ad una vera e propria attività mercantile.

Antonio Grimaldi potette lasciare così ai suoi figliuoli una avviata azienda. Nicola Vito, allora giovanissimo, amò iniziare per suo conto, sicchè, chiesta la liquidazione di quel minimo di spettanze, cui la scarsa eredità paterna gli dava diritto, iniziò sporadiche azioni di commercio; mise su famiglia sposando una Caforio, famiglia di onesti ed ottimi commercianti baresi, e con modestissimo capitale si diè a percorrere i primi passi di una strada tortuosa, dandosi alla lavorazione dei mobili, cui egli però dava una squisita sensibilità ed un raffinato gusto di ebanista.

In breve tempo potette affermarsi quale ottimo artigiano.

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Che la vita di questo uomo avesse bisogno di rinnovarsi ancor una volta ce lo dimostra il suo non facile destino, quando scoppiati i moti in Sicilia nel 1894, egli fu richiamato alle armi, costretto quindi a rimaner lontano dalla sua città natale per vari mesi.

Il suo ritorno gli offrì il doloroso spettacolo della sua cara povera bottega, sommersa da un pieno decadimento. La incomprensione di quelli che lo avevano collaborato durante la sua assenza, aveva diroccato la piccola azienda. Occorreva quindi ricominciare ancora una volta ed ora, ricorrendo al modestissimo peculio domestico: duemila lire portate in dote dalla moglie.

Ma ecco l’origine della nuova fortuna. Gli affari della lavorazione del legno si moltiplicano. Intelligentissimo autodidatta, egli accoppia alle sue prime azioni industriali anche quelle del commercio, per cui si occupa anche di tutti gli accessori per ebanisti; si pone in rapporto con ditte estere, importando legnami esotici e primissimo introduce in Italia il famoso noce americano.

A questo proposito ci piace dire come questa qualità di legno, che per la sua dura consistenza ha avuto una larghissima applicazione nel mobilio e nella edilizia, ebbe ad invadere i locali del Grimaldi.

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Egli aveva ordinato e ritirato dalla Ditta francese C. Couspier un vagone di legname. Al momento delle consegne ne venne fuori una qualità che nessuno fin allora aveva conosciuto e che neanche le più grandi aziende importatrici del Nord Italia avevano compreso nel loro campionario. Al Grimaldi la qualità pareva ottima e non avendola alcun intagliatore saputo e potuto decifrarla, cominciò egli stesso ad usarlo nella fattura di alcune scrivanie. Dopo alcuni mesi fu un capitano della Marina Mercantile Americana, amico del Grimaldi, e che era addetto al trasporto del grano dall’America, che visitando il suo amico, potette non solo riconoscere la qualità del legname ma anche rivelarne il nome, ossia «red-gum», (rosso gomma) dal colore del legname stesso, molto diffuso nell’America del Nord.

E’ di quest’epoca l’introduzione di tutta una nuova tecnica nella lavorazione dei mobili con il buon uso di nuove sagome e con la eliminazione del vieto e goffo barocchismo. Si allargò anche il commercio, fornendo la stessa Ditta specchi, vetri, cristalli, oleografie e cornici.

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Gli affari, con un progresso lento e sistematico, migliorarono sempre.

Particolarità di quest’uomo è la sua tenacia al lavoro e la sua dedizione al risparmio. Ancora oggi egli lavora e risparmia. Coadiuvano degnamente il padre quattro figliuoli, di cui due di essi in azienda. Il primo, Antonio, dall’età di 15 anni, ossia dal 1910, riscuotendo la piena fiducia paterna, potette assumere le redini del negozio di accessori. Gli altri fratelli Giambattista e Lorenzo aiutano il padre nel reparto costruzione e vendita mobilio, mentre il giovane figliuolo Michele è dedito agli studi.

Contrassegna questo casato di lavoratori una specialità: la più amorevole collaborazione familiare.

La Ditta esplica una bella attività di lavori, alimentando l’artigianato del legno, alla cui elevazione tecnica e morale contribuisce non poco.

Il Grimaldi ha impiegato i suoi risparmi con la costruzione di bei palazzi, che contribuendo ad una occupazione di lavoratori, arricchiscono anche, con bella mostra, alcuni nuovissimi rioni della nostra città.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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