GIOTTA FAMIGLIA

La famiglia Giotta trova il primo suo membro di cui possa stabilire con certezza l’epoca in cui visse, nella prima metà del milleseicento, in Giulio Cesare Giotta, figlio di forte ed antica stirpe pugliese e precisamente di Putignano.

Nel paese natio i Giotta, prendendo parte attiva all’ amministrazione della Cosa Pubblica, dimorarono fino al 1840, anno in cui Nicola Giotta, Dottor Fisico dalla Università di Napoli, figlio postumo di Nicola, tragicamente perito in una invernale notte sotto il pugnale di un omicida che fatalmente lo aveva scambiato per un suo nemico, trasferì i suoi Penati da Putignano al Capoluogo della Provincia; acquistando in Bari alla via Palazzo di Città il palazzo della Famiglia Fanelli, oltre a numerose proprietà fondiarie in Bari e dintorni, ed un’estesa masseria in quel di Noicattaro; quasi tutto bosco ceduo e macchieto, come ancora ricorda una lapide sovrastante il portone di accesso al vasto fabbricato in detta proprietà.

Nicola Giotta alla valentia di profondo chirurgo e di addottrinato fisico, univa un’innata passione per la campagna ed una realistica visione dei problemi agricoli, doti queste che gli fecero vincere la difficile opera di bonifica, di smacchiamento, e di piantagione intensiva di tutte le sue proprietà terriere.

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Dal matrimonio con la signorina Caterina Nitti-Valentini, da Palo, Nicola Giotta ebbe cinque figli: Mattia, Antonio, Tommaso, Angelo e Vincenzo.

Di questi l’Antonio, laureatosi Ingegnere alla Università di Napoli, il Tommaso e l’Angelo, laureatisi in giurisprudenza, restati scapoli, si dedicarono all’amministrazione dei beni di famiglia e onorevolmente ricoprirono anche cariche pubbliche nella locale Amministrazione Comunale quali Consiglieri, Assessori. Solamente gli altri due contrassero matrimonio; il Vincenzo Magistrato di illibate virtù e di preclari doti, condusse all’altare la signorina Clotilde Buracchio da Chieti, da cui ebbe: Caterina, Tommaso, Anna e Clorinda oltre ad altri figliuoli morti in giovane età; mentre Mattia, ricoprendo le cariche di Consigliere del Banco di Napoli, e parecchie volte di Consigliere del Comune di Bari, nominato da S. M. Umberto I, Cavaliere della Corona d’Italia, sposava nel 1866 la signorina Luisa Achard.

Gli Achard, famiglia di Valenza sul Rodano, traendo le loro origini da Zaccaria Achard ed Anna Vial, si divisero in due rami: il Francese, che trasferitosi dopo a Roma si imparentò con un ramo dei Principi Rospigliosi e dei Conti Piscicelli, l’Inglese e l’Italiano che risale alla unione di Enrico-Stefano Achard con Paolina dei Conti di Turgis.

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Al seguito di Gioacchino Murat, Enrico-Stefano si trasferì a Napoli, impiantando una floridissima industria e ben presto giungendo in fama di alto finanziere del commercio franco-italiano. Delle figliuole di Enrico-Stefano Achard, la maggiore, Giulia, andò sposa al grande patriota, statista ed uomo politico Antonio Scialoja, la cui discendenza continua a tenere alto il nome della Famiglia nell’amore per la Patria e nella completa dedizione all’Italia; Nina sposò il tedesco Augusto Thierbach, Orensia fu impalmata da Tommaso Benevento, e Luisa si unì con Mattia Giotta.

La vita condotta da Luisa e Mattia Giotta fu un esempio di completa ed alta comprensione degli ideali della Famiglia; Luisa ben presto riunì intorno alla sua persona per la brillante intelligenza e per la sua cultura, quanti Francesi si trovavano a Bari per l’adempimento delle loro professioni e conquistò l’affetto e la stima di tutta la società barese; Mattia continuò la paterna saggia amministrazione delle proprietà famigliari, migliorandole specialmente col regolare il regime delle acque e col costruire nella Masseria di Torre a mare (Noicattaro) sul torrente Lama un imponente ponte in muratura a ben nove arcate di pietra viva, ricavata da una ampia cava di proprietà della stessa Famiglia.

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I figliuoli di Mattia e Luisa Giotta furono: Caterina, andata sposa nel 1896 all’allora Tenente di Fanteria Carlo Perris, ora Generale Comandante designato di Armata e Senatore del Regno; Paolina che nel 1903 sposò il signor Ernesto Gaudio, Colonnello dei Reali Carabinieri d’Italia; Maria, sposa del Capitano Nicola Lamberti, gloriosamente caduto sul S. Michele nel luglio 1915; Ortensia, sposatosi nel 1915 col signor Carlo Lamberti.

Dei due maschi, Enrico e Nicola, entrambi laureatisi in giurisprudenza, Enrico impalmò la signorina Maria dei Marchesi Proto, dalla quale ebbe tre figliuole, e si spense nel settembre 1918, vittima dell’epidemia di febbre spagnola, mentre prestava servizio da Tenente presso la locale Divisione Militare. Nicola nel 1915 condusse all’altare la signorina Laura dei Baroni Lucifero, due fratelli della quale entrambi Capitani di Fanteria gloriosamente cadevano nella grande guerra europea. Dal connubio di Nicola Giotto con Laura Lucifero sono nati quattro figliuoli, due maschi e due femmine, Nicola Giotta, erede delle ataviche virtù di nobiltà di sentimenti e di affetti dei suoi Maggiori, memore dell’attività svolta dalla Famiglia Giotta specialmente nel campo agricolo, continua a prodigare le sue cure al mantenimento del patrimonio famigliare.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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