ELEFANTE DOMENICO E GIUSEPPE

La famiglia Elefante, i cui componenti vivono e prosperano a Turi, è oriunda di Putignano. Infatti, nel 1848, Domenico Elefante, dopo aver messo famiglia, sposando Maria Laterza di ricca famiglia di agricoltori di Putignano, avendo contratto vantaggiose affittanze di alcune vaste tenute, nel vicino agro di Turi, si trasferì in questa ridente cittadina della nostra provincia.

Che il Domenico dovette essere un grande agricoltore dell’epoca ce lo dice il fatto che passò in breve tempo ad acquistare molti terreni, dandosi a culture cerealiche, stabilendo rapporti di fornitura granaria ai fortissimi molini del napoletano.

La guerra franco-prussiana (1870) contribuì a rassodare e consolidare la fortuna del nostro, che si era dato, nel frattempo, a riuscitissimi allevamenti i cui prodotti ebbero rinomanza e furono ambiti su tutti i mercati.

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Di pari passo con la fortuna era andato anche lo sviluppo della sua famiglia, che si era accresciuta di due figliuole e di quattro figli, tra cui Giuseppe, penultimo di essi, che vide la luce in Putignano nel 20 aprile del 1871.

Era questo il figliuolo che più degli altri doveva continuare la tradizione d’industria agricola, avviata e tanto gloriosamente potenziata dal padre.

Il giovane compie con successo gli studi ginnasiali e liceali in Bari, licenziandosi al R. Liceo Cirillo. Passa quindi in Campania, ad Avellino, dove una grande scuola (R. Scuola Enologica) ed un illustre maestro, don Michele Carlucci, che ebbe carissimo il giovane allievo, lo avvieranno alle più moderne competenze enologiche.

Potette quindi, al suo ritorno in Turi, nel 1894, avendo conseguito il massimo delle votazioni nella sua licenza, impiantare uno stabilimento di vinicultura. Giovane e pieno di entusiasmi, applicò nella sua giovane industria e nella sua condotta agricola tutti i sistemi più moderni ed ecco che, primissimo, impianta il vitigno americano, diffondendone, con gli esperimenti vantaggiosi fatti nelle sue tenute e con il consiglio e la propaganda, la coltivazione.

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In breve ebbe battaglia vinta. Tutti i piccoli poderi del turese, non difettarono degli impianti del nuovo vitigno, tanto più che ormai il neo-dottore ed il fervido industriale, utilizzò i prodotti, che gli venivano offerti, anche in partite di poche decine di chili, acquistandoli per il suo stabilimento.

Ed ecco, come l’acqua agli Ebrei assetati, che non avevano mai mancato di fede, venne il successo del vino. Gli impianti si raddoppiarono e si moltiplicarono e fu il vero successo di Giuseppe Elefante.

Di questo nostro glorioso industriale va ricordata la tenace fede nel successo della vite e della sua azienda, che in breve raggiunse una altissima quotazione tra le migliori industrie della terra nostra.

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Frattanto, longevo, ottantatreenne, s’era spento, confortato dai successi raggiunti da lui e dai suoi figli, il padre, ed anche Giuseppe Elefante aveva posto famiglia, sposando una figliuola del nostro comm. Dott. Cisternino. Dalle nozze gli erano nati quattro figli, di cui Domenico, primogenito, ha ereditato l’amore che scende per li rami, dall’avo e dal genitore, per la cultura e per la industria enologica.

E’ egli attualmente un veloce e intelligente direttore dell’azienda vinicola, di cui è anche proprietario.

Concludendo, ci piace ricordare che Giuseppe Elefante ha legato il suo nome alla vita politica di Turi, che ha amministrato per 10 anni, in difficoltosi periodi di siccità e di colera.

Per le sue benemerenze fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Corona d’Italia, mentre che la creatura, cui legò tutte le belle attività della sua giovinezza, il suo stabilimento, ebbe ad avere premi, diplomi e medaglie in quasi tutte le esposizioni che furono tenute in Europa dal 1900 in poi.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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