DE PAU FAMIGLIA

Di antica nobiltà spagnola, questa famiglia rivendica il suo lustro da un fulgido episodio di guerra medievale che vale la pena di essere ricordato.

Durante il glorioso Regno dell’Imperatore Carlo V., ardeva infatti la guerra tra la Spagna e la Francia.

Il Capitano Consalvo di Cordova, Comandante degli Spagnuoli, discese nel Regno di Napoli con numeroso seguito di Nobili e Cavalieri, tra i quali Giannotto De Paù. Circa la entità nobiliare della famiglia del De Paù bisogna notare che essa possedeva feudi, tra cui un magnifico castello, in Catalogna, sulla terra De Paù nel contado di Ambruries.

Era tale la nobiltà delle origini della famiglia che questa era imparentata con la stessa Casa Cordova.

E’ ancora accertato che due discendenti, uno dei quali fu anche Cardinale, governarono la chiese di Girò, il che giustifica appieno la legittimità dell’insegna cardinalizia di cui si adorna il blasone di famiglia. Con il giungere dell’armata di Consalvo da Cordova nel Regno di Napoli, a Giannotto de Paù fu data la carica di governatore della città di Bitonto, carica che egli tenne con sagacia e onore fino alla sua morte in tarda età, avvenuta il 5 luglio del 1512. E’ da tale epoca, dunque, che la famiglia De Paù venne ascritta alla nobiltà bitontina, dove ben presto acquistò lustro grandissimo per personaggi insigni che da essa uscirono e si segnalarono grandemente.

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Conferma la verità di quanto si asserisce una cappella tuttora esistente nella Chiesa del Carmine, a Bitonto, contigua alla porta della Sagrestia, contenente un sepolcro gentilizio dell’illustre famiglia ed una iscrizione lapidaria, tuttora leggibile.

Tra i personaggi che più di tutti illustrarono ed onorarono la famiglia De Paù, fu un Felice, di Gennaro e di Donna Angela Uva. Questi nacque nel maggio 1703. Nell’anno 1722 fu dal padre mandato a Roma per compirvi gli studi ed egli si dedicò con amore e con fede al sacerdozio, dando contemporaneamente prove riuscitissime nelle scienze, nella giurisprudenza, nella poesia e nella musica. Compositore arditissimo, fu l’antesignano del Lulli nella regola armonica e scrisse un trattato musicale famosissimo per oltre un secolo. Il dottissimo Cardinale Lambertini, che doveva diventare Papa Benedetto XIV, lo ebbe caro sopra tutti.

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Fu chiamato in famiglia di lì a poco dal padre, ma essendo ancora chierico, fu eletto Vicario Generale e da Papa Benedetto fu nominato Arcidiacono della Cattedrale di Terlizzi. Ma il prelato non aveva ancora compiuto il primo anno di sacerdozio, che Re Carlo III. lo nominava Vescovo di Tropea, dove rimase al governo di quella regia Chiesa per ben 31 anni. Morì in quel paese di apoplessia la sera del 6 novembre 1782. Quest’insigne prelato fu dottore nell’uno e nell’altro diritto, professore di Teologia, Prelato domestico assistente al Soglio Pontificio e Regio Consigliere del Papa. Amante delle belle lettere e dell’arte, profuse molto denaro nell’acquisto di vari pannelli originali dei più grandi pittori italiani, tra i quali un Raffaello, un Salvator Rosa, un Guido Reni, un Tiziano ed altri, istituendo nel gran palazzo di famiglia una Galleria degna di accogliere tali opere.

Ci conviene anche citare fra le personalità di tale illustre famiglia Michele De Paù, figlio di Felice e di Maria Lyoi. Nacque il 2 marzo 1793 e fin dalla più tenera fanciullezza dimostrò spiccatezza d’ingegno e attaccamento agli studi. Si laureò ancora giovanissimo nell’uno e nell’altro diritto; esercitò quindi la professione di avvocato. Fu per vari anni Sindaco di Terlizzi e, secondo documenti che si conservano ancora in famiglia, nel 1848, per le sue preclari virtù di dottrina e di eloquenza venne eletto deputato alla Camera rappresentativa nazionale aperta nella Capitale per le libere istituzioni concesse con lo statuto. Ebbe anche forte inclinazione per la pittura, e di lui si conservano ancora in famiglia speciali studi di pittura, pregevoli per disegno e per tecnica.

Ultimo superstite dei De Paù è il nobile Giovanni che, insistendo nelle familiari patriottiche tradizioni, è stato fra i fondatori del Fascio di Combattimento di Terlizzi, del quale per molto tempo ha retto le sorti con ossequio ed un alto senso del dovere e della giustizia, ed ha partecipato con entusiasmo a tutte le iniziative che contrassegnano la rinascita del ridente e dinamico Comune pugliese.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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