CHIEFFI MICHELE

La famiglia Chieffi è originaria dell’avellinese dove era tenuta in grande considerazione.

Capostipite del ramo istallatosi in provincia di Bari fu Salvatore Chieffi, che dimorò a Bagnoli Irpino, coniugato a Patrizia Gatta di nobilissimo casato del posto. Ebbero numerosa prole. Come la maggior parte delle più cospicue famiglie del tempo, anche la famiglia Chieffi ebbe delle scosse finanziarie, ma gente laboriosa e fattiva, si diè subito ai commerci e pel ragioni di commercio il figlio Lorenzo, tipica figura di gentiluomo, si stabilì a Terlizzi nel 1848 sposando Maria Cataldi di antica e ricca famiglia del posto.

Anche essi ebbero numerosa prole che istradarono a varie professioni: uno letterato, due avvocati, uno medico.

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Eccelse fra tutti il figlio Michele, nato il 22 febbraio 1852, che sin dalla fanciullezza dette indubbi segni della sua viva intelligenza chiara e riflessiva.

Appena ventunenne si addottorò in medicina e chirurgia nella Università di Napoli il 27 febbraio 1873. Ivi fu prediletto dai più illustri maestri dell’epoca.. E sopratutto diletto fu al più illustre clinico che allora vantava l’Ateneo Napolitano, Salvatore Tommasi, il quale si compiaceva consultarsi col Chieffi, non ancora laureato, nelle diagnosi più difficili.

Si specializzò in oculistica; conseguì il primo premio di medaglia d’oro in un concorso di Chirurgia all’Ospedale degli Incurabili a Napoli su numerosi concorrenti tutti più anziani di lui.

Scrisse pubblicazioni pregevoli su casi clinici di grande rilievo e su argomenti scientifici controversi.

Iniziò l’esercizio della professione con grande fortuna in Napoli e sicuramente non gli sarebbe mancata la celebrità, – che già si profilava, se i genitori affettuosissimi, già addolorati per l’allontanamento del primogenito, che esercitava con grido l’avvocatura in Napoli, non lo avessero richiamato presso di loro. Ubbidì.

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E nel suo paese esercitò, con stupore dei vecchi professionisti, l’arte medica in tutte le sue forme: medicina, chirurgia, ostetricia, oculistica, eccellendo sempre e sopratutto nelle consultazioni coi medici emeriti della vicina Bari.

Sposò nel 1891 Nicoletta Laricchia, figlia dell’illustre avvocato Raffaele, donna di elette virtù, sposa e madre impareggiabile, dalla quale ebbe tre figliuoli che educò con passione esemplare per la famiglia e per la patria.

In politica stette sempre con i conservatori e ricoprì varie cariche pubbliche, e già vecchio dette la prima scintilla della riscossa contro i sovversivi della provincia di Bari, quando gli agricoltori di Terlizzi, nel 1920, da lui capeggiati, scesero in piazza coi fucili alla mano. Ma sopratutto Michele Chieffi fu buono ed austero, conquistandosi in tal modo l’affetto e la gratitudine del popolo che largamente ed in ogni circostanza beneficò.

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E alla sua morte di recente avvenuta, il 25 gennaio 1936, raccolse l’unanime compianto di quanti lo conobbero, le lacrime dei mille e mille beneficati la desolazione della famiglia che adorò.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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