CENCI FAMIGLIA

La famiglia Cenci fu nota a Martina Franca dal secolo XVI.

La prima persona di casa Cenci ben nota è Gian Camino Cenci che fu capitano di fanteria nell’esercito spagnuolo del Duca di Martina.

Dopo di lui, un Tiberio Cenci, Sindaco di Martina sposa Paola Antonia Desiati ed ha il 29 gennaio 1613 Giovanni Cenci che fu poi dottore ed ebbe, a sua volta da Maria Cappellani, Camillo e Francesco.

Si desume quindi che il ramo dei Cenci di Puglia fosse emigrato in Martina Franca assai prima del supplizio di Beatrice Cenci.

Vincenzo Cenci nato nel 1773 a Martina Franca, figliuolo di Camillo Tiberio Cenci, si trasferì con tutta la famiglia a Cisternino. Egli ebbe due figli: Camillo e Francesco.

Da Camillo nacque Vincenzo, che fu padre di un altro Camillo morto senza figliuoli e di una Maria Teresa, sposata al professore Contuzzi e deceduta in Napoli, il 6 maggio 1932, in modo assai pietoso.

Ma chi trasformò ed accrebbe la fortuna di casa Cenci, fu Vincenzo figlio di Francesco.

Egli però non soltanto accumulò ma si rese famoso per le elargizioni fatte in Cisternino che rimarranno indimenticabili. Durante gli anni di carestia egli giunse perfino a distribuire grano ai poveri ed alla morte ebbe tributate solenne onoranze funebri. Oltre tremila persone seguivano il feretro di colui che aveva passato la vita beneficando.

***

La famiglia Cenci è imparentata con famiglie illustri, fra cui la Cappellari di Udine (famiglia papale) e Caracciolo.

Figlio di questo grande benefattore è Francesco Cenci che ha apportato radicali trasformazioni in due delle sue proprietà, e cioè: nella tenuta Ciccolucci (in agro di Fasano limitrofa alla stazione di Cisternino) impiantando vastissimi mandorleti ed uliveti; e nella tenuta Salamina, limitrofa al villaggio di Pezze di Greco (frazione di Fasano) ove egli trasformò circa quaranta ettari di terreno boscoso in frutteti, oliveti e vigne, rendendo così anche questa parte infruttuosa della proprietà un vero giardino. Oltre a ciò, fu impiantata a sue spese una linea che porta l’energia elettrica al fabbricato e sono a buon punto anche i lavori d’impianto per condurre l’acqua del Sele nella proprietà.

Egli, senza frapporre ostacoli, non abituato ai mercanteggiamenti, si avvalse con vera signorilità della collaborazione dell’ Acquedotto Pugliese.

Ambedue le tenute di Salamina e Ciccolucci furono concesse in fitto, per un periodo di nove anni, ad oltre cento famiglie: intento di trasformare la proprietà assai vasta, migliorandola, con la concessione del frazionamento di affittanza.

Questo giovane, che in pieno ebbe ad ereditare il buon sangue della sua razza, il 25 febbraio del 1923, ebbe a stringere una illustre parentela, sposando la nobildonna Rosa dei Conti Pietromarchi, di nobile famiglia romana, nota per censo e per illustrazione, fin dal secolo quindicesimo.

***

Di quest’altra famiglia possiamo dire che il Conte Clemente Pietromarchi sposò Maria Ca- pranica figlia di Bartolomeo Capranica e di M. Flaminia Odescalchi.

Le sorelle della Contessa Pietromarchi Capranica sposarono la prima il Principe D. Giovanni Chigi e la seconda il Marchese Guiccioli.

Il marchese Giuliano Capranica, fratello della Contessa Pietromarchi, sposò Adelaide Ristori.

L’attuale Conte Pietromarchi Bartolomeo, Guardia Nobile del Pontefice, fu già capo della Azione Cattolica ed ora si occupa di opere filantropiche ed è presidente della S. Vincenzo De Paoli.

Il Conte Pietromarchi è uno studioso appassionato ed un patriota, fervido ammiratore del Duce. Il figlio di lui, Luca Pietromarchi, è in diplomazia anche lui brillante scrittore e sotto lo pseudonimo di Luca dei Sabelli ha pubblicato in questi giorni una elaborata Storia d’Etiopia.

Un’altra figlia del Conte B. Pietromarchi, Eleonora, sposò circa undici anni or sono l’attuale Ambasciatore a Berlino Gr. Uff. B. Attolico.

Francesco Cenci e la sua nobile signora passano per buona parte dell’anno la loro raccolta esistenza, sorrisa da tre figlie giovinette, nel castello che il loro amore per le cose belle ha saputo creare sull’avita casa rurale di Salamina.

In questo castello turrito, circondato da secolari ulivi ed affacciato sull’ Adriatico azzurrino, lo spirito eletto dei due coniugi ha voluto porre gentili richiami d’arte.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

Edizioni Giuseppe Laterza srl
Bari, piazza Umberto I n.29 – Tel. 345 623 6207 – Email info@edizionigiuseppelaterza.it

Consulta la pagina dedicata sull’edizione storica: