CARADONNA GIUSEPPE

L’origine dell’azienda risale al 1898, epoca in cui il fondatore Giuseppe Caradonna lavorava come commissionario e commerciante di cereali.

Pur di famiglia abbiente e molto incline al commercio, aveva una istruzione molto limitata per aver frequentato appena le prime classi elementari. « Tal dei tempi i costumi ». Però la deficienza culturale era esuberantemente supplita da grandi virtù e da non comune intelligenza.

Uomo intraprendente e di sicuro intuito, tenacemente attaccato al lavoro, volle e seppe riuscire a conquistare uno dei più elevati posti fra gli industriali della Provincia.

Di carattere adamantino per correttezza ed onestà, ebbe anche lui dei rovesci di fortuna che non lo scossero nè lo scoraggiarono perchè fidava sulla sua integrità e sul suo valore. Dotato di grande equilibrio, raddoppiò la sua fenomenale attività acquistando nel 1908 il Molino e Pastificio della cessata Ditta Lanari, Maggialetti e C.

Eccellente cooperatore ebbe in suo figlio Michele, giovane di incomparabile intelligenza, dotato di spirito d’iniziativa e di fenomenale attività.

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Nel 1912 subentrava nello sviluppo dell’azienda anche il figlio Giovanni, che, specializzatosi mugnaio, apportò all’opificio il grande beneficio della diretta responsabilità per la conoscenza tecnica dei prodotti.

In questo anno venne operata una radicale trasformazione a tutto l’opificio. Il molino fu reso automatico con macchine acquistate espressamente in Germania; il pastificio con macchinario moderno delle rinomate Fonderie Fratte; e la forza motrice da termica fu sostituita con un motore ad olio pesante. Da questa trasformazione incomincia l’ascesa luminosa di questa azienda, percorsa senza aiuti e senza spinte di sorta, per la bontà dei prodotti fabbricati, ricercati in tutta la provincia e fuori.

Ma nel 1920 una grande sciagura colpisce questa esemplare famiglia per la improvvisa scomparsa di colui che formava l’anima di questa importante industria: il figlio Michele Caradonna, a soli 33 anni. Fortemente rimpianto da tutta la cittadinanza per le sue imparagonabili doti, è tuttora ricordato per la sua grande bontà e per la infinita generosità.

Questa immane sciagura scuote fortemente la fibra del genitore che dopo 4 anni, nel 1924, decede all’età di 63 auni.

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Con Giuseppe Caradonna scomparve uno dei rari esperti dell’industria molitoria ed uno di quegli uomini che vanno presi ad esempio.

E’ da notare che, pur di scarsissima istruzione, e partito con stretti mezzi finanziari, raggiunse la radiosa meta per la sua indomita volontà, per la sua integra rettitudine, per il suo austero carattere e per la sua dignità.

L’erede, unico figlio Giovanni, attuale Direttore-proprietario, non si discosta dalle direttive tracciategli dal genitore, e memore e devoto, iscrive la nuova Ditta sotto il nome del padre: Ditta Giuseppe Caradonna.

Nel 1928 apporta una nuova trasformazione alla forza motrice, utilizzando, tra i primi della provincia, l’invadente forza elettrica, accorto e previggente per quello che sarebbe stato l’avvenire delle industrie italiane.

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Attualmente il Molino ha una produzione giornaliera di 240 quintali ed il pastificio di oltre 70 quintali.

I prodotti di questa Ditta vennero premiati con Diploma di Gran Premio dalla 36. Esposizione del Circolo Enofilo Italiano di Roma nel 1912, e nel 1913 con Medaglia d’oro a Parigi, all’Esposizione Internazionale del Lavoro e dell’Industria.

Vanta anche l’onore di un autografo del Capo della Provincia, Prefetto Cavalieri, il quale così ebbe a scrivere nel 1929: « Il suo prodotto nulla ha da invidiare a quelli dei più rinomati pastifici, perciò mi iscrivo con piacere fra i suoi clienti ».

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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