CAPORUSSO VITO E FIGLIO

Questa Ditta fu costituita nel 1920 dal rag. Michele Caporusso, il quale, però, volle iniziare la sua attività commerciale con uno squisito atto di affetto e devozione filiale, facendo precedere la denominazione della costituenda Ditta col nome di suo padre Vito Caporusso, ch’egli poi volle ed ebbe sempre vicino a sè fino al giorno in cui un violento male non lo strappò al grande affetto suo e dei familiari.
Si iniziò così questa non facile e poco nota attività commerciale. Ma, alla testa di questa Ditta, che ben può rappresentare uno degli esempi più tipici di azienda a conduzione familiare (essa occupa in maggioranza persone di famiglia del titolare), vi era un uomo di grande coraggio, di volontà fermissima e tenace, di una instancabilità senza pari.

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Dai primi misurati passi negli acquisti di qualche vagone di carbone ed alla vendita della merce a Ditte serie che ne effettuavano subito il pagamento, passiamo, dopo qualche tempo, al ritiro di piccoli carichi dall’origine.
La precisione e la puntualità nei pagamenti ai propri fornitori consolidano maggiormente il buon nome e la posizione della Ditta nel mondo commerciale. Si fanno i primi approcci con le grandi industrie della zona e se ne riportano notevoli risultati. Società del gas, fabbriche di laterizi, imprese elettriche, ferrovie, tramvie, fonderie, sono man mano approvvigionate da questa Ditta. Si comincia allora ad allargare la propria attività e si prendono i primi contatti con i mercati di Genova, Milano, Venezia e Trieste trovando le più liete accoglienze, ed anche simpatico incoraggiamento. A questo punto vengono allora avvicinati direttamente i dirigenti delle grandi aziende industriali (ltalgas, Italcementi, Montecatini, Società Strade Ferrate del Mediterraneo, Puricelli, Ferrobeton, ecc.), e la cerchia delle relazioni si allarga di giorno in giorno.

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Parecchie piccole industrie devono alla fiducia in loro riposta dalla Ditta V. Caporusso e Figlio se hanno potuto svilupparsi e consolidarsi, con ragguardevole beneficio del commercio e dell’industria regionale, solo perchè hanno avuto la possibilità di larghezza di respiro nel pagamento del carbone loro fornito. Con rinnovata fiducia per i successi conseguiti in Puglia, si inizia il lavoro nelle regioni finitime, ed è così che a poco a poco si conquista il mercato della Lucania, della Campania, del Beneventano, del Molise e dell’Abruzzo sin oltre Pescara, e di quasi tutta la Calabria. Il giovane titolare ha anche stretto rapporti di affari con la vicina Albania.
La rete stradale della Puglia viene tutta trasformata, asfaltata e bitumata, e la Ditta si attrezza tempestivamente per essere in grado di rispondere a tutte le esigenze dello speciale lavoro. Le grandi imprese specializzate in opere stradali ne eseguono i lavori (Puricelli, Vaselli, Romana Strade, Ferrobeton, ecc.), ed è il Caporusso che ne fornisce quotidianamente i compressori che hanno reso le strade della Puglia, come quelle di tutta Italia, tra le più belle del mondo.
Di tutta l’attività della Ditta si servirono oltre le Ferrovie dello Stato, del Sud-Est, Calabro-Lucane e Bari-Barletta, parecchie imprese di autotrasporti e, tra l’altro, primi fra tutti, i lavoratori del porto di Bari e di Gallipoli, preposti al tiraggio, sbarco e trasporto del carbone.
Non è mancato alla Ditta anche l’incoraggiamento da parte della R. Capitaneria perchè il nostro Gran Porto fosse attrezzato per il rifornimento carbone a tutto il naviglio che vi fa scalo, e ciò per evitare che venisse sottratto lavoro alle nostre maestranze e per evitare che le navi si andassero ad approvvigionare all’estero. Ed è per questo che la Ditta ha provveduto ad accantonare delle notevoli scorte nei propri depositi, creandosi così tangibili benemerenze verso Bari.
Nei momenti più gravi e difficili per il rifornimento di fossile al1e nostre industrie, la Ditta non ha mai badato a sacrifici di ogni genere pur di non far mai mancare il carbone agli opifici.

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E riteniamo che non potremmo meglio chiudere questi sommari cenni sulla Ditta V. Caporusso e Figlio se non mettendo in particolare rilievo che, in tutto questo fervore di opere, il titolare di essa, rag. Michele Caporusso, non ha mai trascurato le opere di bene e, senza mettersi in evidenza, silenziosamente, largamente, ha sempre donato; e ben lo sanno quelle istituzioni di beneficenza che non hanno mai fatto invano appello al suo senso di pietà ed alla sua grande generosità.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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