CAMPOBASSO GIUSEPPE FU FRANCESCO

Giuseppe Campobasso nacque in Triggiano il 4 aprile 1878 da Francesco e Vincenza Ottolino, piccoli commercianti in cereali. Avviato al commercio fin da tenerissima età coi due fratelli Vito e Michele, appena ventenne si lanciò nel commercio di esportazione dei prodotti del suolo stabilendo fin dal 1898 una propria Casa di commercio sotto il proprio nome: Giuseppe Campobasso di Francesco, con sede in Triggiano. 

Di temperamento assai vivace e svelto, sebbene non dotato di un corredo di studi, intui che l’avvenire suo era nel commercio di esportazione, e con la costanza dei pionieri cominciò a formare la sua organizzazione all’estero, a sperimentare le prime spedizioni di mandorle a Trieste, a Aix en Provence, a Vienna e ad Amburgo. 

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La sete di apprendere, di conoscere i mercati di sbocco dei suoi prodotti, di conoscere personalmente i suoi collaboratori lo spingono quasi annualmente a partire dal 1908 a viaggiare all’Estero, ed è uno dei primi pionieri della provincia a visitare i mercati germanici nei quali getta le basi del suo lavoro. Senza conoscenza di lingue estere, ma appoggiandosi ad agenti che conoscevano la lingua italiana si spinge fino ad Amburgo, dove nel 1908 il suo lavoro comincia ad assumere proporzioni più vaste che spronano il giovane ardimentoso. Le sue mandorle, i suoi semi di senape ormai prendono la via della Olanda, della Germania, dell’Austria, della Francia si interessa di oli di oliva e semi di lino, nessun prodotto sfugge al suo fiuto di uomo di affari. 

Quasi alla vigilia della guerra mondiale contrae matrimonio con quella che sarà poi la sua fida compagna di lavoro e di lotta Stella Carbonara di Sebastiano, discendente da cospicua famiglia di negozianti e proprietari terrieri, ed avente nel suo sangue forse la tempra dei suoi avi paterni dediti ai traffici fra Bari e Napoli. 

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La collaborazione di una donna tutta dedita alla casa, animatrice e lavoratrice che non si stanca, che schiva persino il riposo per essere al fianco del suo consorte col quale si alterna nelle nottate di lavoro che non hanno soste, Campobasso alleggerito ormai di quelle che sono le cure interne della sua azienda affidate completamente alla moglie continua coraggiosamente la sua vita di affari e lo scoppio della guerra europea lo trova già ai primi posti nel commercio di esportazione dei prodotti del suolo insieme ai pochi ardimentosi baresi ed in concorrenza con le bene attrezzate e potenti case estere stabilite a Bari. 

Durante la guerra il suo lavoro viene quasi interrotto, ma la ripresa alla fine del conflitto gli è facile, in breve tutte le relazioni sono riprese e si pone subito al suo posto di combattimento. Vengono i giorni terribili delle svalutazioni valutarie che non lo risparmiano, ma la sua sveltezza ed il suo intuito lo aiutano, pur con dolorose perdite la sua azienda ha salde basi, mantiene scrupolosamente i suoi impegni e la sua fortuna. 

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Nel 1930, accompagnato dal suo futuro genero prof. Nicola Tridente viaggia nuovamente in lungo e in largo per l’Europa, torna a rinsaldare i vincoli ormai trentennali con la sua clientela, torna a rendersi conto dei nuovi problemi che i tempi nuovi impongono, dando nuovo impulso alla sua già salda azienda. 

Le lotte del fascismo lo trovano sostenitore convinto della rivoluzione fascista e non potendo dare di persona il contributo perché preso dalla vita degli affari, sostiene tutte le iniziative, il primo Fascio, l’Opera Nazionale Balilla, ed è l’unico di Triggiano a chiedere l’onore di essere iscritto fra i soci perpetui della G. I. L. 

I suoi figli Francesco Vito, avviati agli studi classici e Sebastiano a quelli commerciali, continuano sulle orme paterne a tener alto il nome di famiglia.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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