BOTTALICO GIUSEPPE

Giuseppe Bottalico, barese al cento per cento, ha legato il suo nome ad un periodo critico della vita cittadina riuscendo a dirigerne le sorti con vigile senso del dovere, con singolare dirittura morale, con fermo e deciso polso, con aperta intelligenza.

I quattro anni della guerra furono per Bari anni cruciali: ragioni d’ordine spirituale, economico, ed anche d’ordine bellico richiedevano quindi una guida di eccezione che dalla conoscenza della psicologia collettiva, dei bisogni assistenziali della cittadinanza, e dalla coscienza delle proprie responsabilità attingesse la forza per dominare incresciose e straordinarie situazioni, per evitare collassi ed abbattimenti pericolosi pei contraccolpi sulle truppe operanti durante il conflitto mondiale, per rispondere pienamente alla fiducia degli amministrati.

Giuseppe Bottalico, Sindaco di Bari durante la guerra, possedette in sommo grado le qualità di primo cittadino degno della speciale ora vissuta dall’Italia in ansia di rinascita, in sacrificio sanguinoso e deditivo alla causa della Patria grandezza.

Saggio e prudente amministratore egli, mentre non dimenticò la parsimonia, allargò il suo spirito alla comprensione di problemi essenziali interessanti la progressiva ed inevitabile ascesa della Regina della Puglia.

A questa comprensione lo avviavano la sua cultura e il suo attaccamento verace alla città che gli aveva dato i natali.

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Egli era nato il 12 gennaio 1849 nella vecchia casa di famiglia, posta alla strada Pupilla, nella città vecchia, da Gaetano Bottalico e da Francesca Triggiani.

Il padre aveva negozio di cera e di carta del Fibreno al Corso Vittorio Emanuele, accanto al negozio che per tant’anni fu della Ditta Losa. Questo commercio era tradizionale nella famiglia e conosceva tre generazioni.

Anche la famiglia Triggiani era una famiglia squisitamente barese, dedita al commercio e proprietaria di una casa nella via Filioli.

Il giovane Peppino mostrò subito svegliata intelligenza ed amore agli studi per cui il padre lo tenne lontano dalla sua attività mercantile e lo volle avviato verso le attività professionali.

Gli fece quindi frequentare le scuole secondarie presso l’antico e glorioso Ginnasio-Liceo « Cirillo» di Bari e poscia lo fece iscrivere alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Napoli.

Giuseppe Bottalico superò gli studi secondari e quelli universitari con molto sucesso, e, laureatosi appena, nel settembre del 1875 rientrò in Patria ove l’eco favorevole di questo successo richiamò intorno a lui l’attenzione dei suoi concittadini.

Egli fu infatti eletto consigliere comunale e subito dopo, nella composizione della Giunta Comunale, fu incaricato di coprire la carica di assessore dello Stato Civile.

In questo incarico egli mostrò di possedere virtù inconsuete di amministratore.

Fu per questo che il 25 settembre 1890 egli fu per la prima volta eletto Sindaco della sua città. Scioltosi poi l’11 novembre 1892 il Consiglio Comunale e ricompostosi nel maggio 1893, Giuseppe Bottalico fu prescelto novellamente ad occupare il primo posto nella scala gerarchica cittadina; e tale posto egli tenne fino al l agosto 1894 e cioè fino a quando, dissidi con gli altri amministratori per vedute d’ordine pratico, non lo costrinsero a dare le dimissioni.

Durante questi periodi di sindacato, Giuseppe Bottalico confermò nella pubblica opinione le sue qualità eccezionali di sagacia, di tatto, di dottrina, accompagnate ad un saldo e nativo buon senso, ad un sano spirito d’iniziativa.

Dopo i dolorosi moti popolari del 27 aprile 1898, egli rientrò nell’Amministrazione comunale, e tenne per diversi anni la carica di Pro-Sindaco, giovando non poco, in quegli anni disastrosi per l’economia cittadina in pieno convulso, a salvaguardare la continuità della ascesa barese nel campo sociale, economico ed edilizio, a tener vivi i vincoli disciplinari della cittadinanza, a creare organismi ed enti atti a tonificare le pubbliche amministrazioni.

Nominato Sindaco nel 1914, e colto dalle tremende responsabilità che furono corollario inevitabile della grande guerra, egli tenne tale carica fino al 1920 legando il suo nome ad opere che poi il Fascismo ha intensificato e ripreso, dando prove infinite del suo cuore generoso, del suo amore a Bari, della sua serenità, della sua coscienza e della sua fede nell’immancabile radioso avvenire del Capoluogo.

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Nella seduta del 21 ottobre 1920 il Consiglio Comunale volle tributare a Giuseppe Bottalico un’attestazione di stima e di riconoscenza, ed in quell’occasione egli disse parole che, mentre testimoniano la considerevole fatica sopportata durante quegli anni cruciali e gli imponenti problemi studiati ed in parte risolti, comprovano luminosamente la sua preoccupazione di armonizzare le esigenze della città in pieno progresso con le stremate finanze del Comune.

« Per volere del Corpo Elettorale Barese – egli disse – assumemmo sei anni or sono il civico potere, ed oggi, al compimento dell’onorifico mandato affidatoci, possiamo con sicura coscienza affermare di avere, con tutta l’energia e col massimo zelo, amministrata la cosa pubblica.

Se per eventi imprevisti non è stato possibile di dare alle finanze del Comune quell’assestamento da noi sospirato, pure non potrà negarsi che la più rigida e sana economia ci ha guidati in ogni atto di amministrazione. Si pensi alle spese straordinarie, sopportate in occasione della guerra, dell’alluvione (3 settembre 1915), e delle epidemie influenzale e vaiuolosa, e poi si dica se non abbiamo operato il massimo sforzo per contenere il disavanzo nel minimo. Le gravi e quotidiane difficoltà dell’eccezionale periodo amministrativo da noi trascorso non sono valse a diminuire in noi la fede nell’immancabile progredire della città nostra ed abbiamo perciò dato impulso e risoluzione a quei problemi indispensabili alla grandezza ed all’avvenire di Bari.

Il gran porto, le Fognature, il piano regolatore, il diversivo del Picone, non sono più mere aspirazioni cittadine, ma opere ormai entrate nel campo della realtà per merito di questo Consiglio Comunale.

Gli altri problemi importanti della pavimentazione delle strade, dell’Università, dell’Ospedale, del Lungomare, degli edifizi scolastici e dei locali igienici sono stati avviati in maniera da sperare la più pronta risoluzione.

Sì ricordi pure che i provvedimenti annonari da noi a tempo emanati valsero ad evitarci gli atti di follia criminosa e di saccheggio che funestarono altri centri più importanti d’Italia ».

Parlare quindi pacato, modesto, senza fronzoli, ma aderente alla serietà delle provvidenze adottate, parole sollecitatrici del logico ed inevitabile ordine del giorno che concluse quella memoranda seduta e che fu del seguente tenore: « Il Consiglio, ritenuto che nei tempi difficili decorsi, l’Amministrazione con a capo il comm. Bottalico, ha saputo affrontare i più gravi problemi cittadini, con prudenza, diligenza e profonda attitudine amministrativa, rende un voto di plauso all’Ill.mo Sig. Sindaco ed ai Componenti l’Amministrazione che lascia orme indelebili del non breve e travagliato periodo amministrativo ».

Il Governo, per queste benemerenze e per le altre conseguite durante la sua attività di clinico, di Consigliere Provinciale e di Componente del Consiglio Provinciale di Sanità dal 1877 al 1924, gli offrì l’onorificenza di Grand’Ufficiale della Corona d’Italia.

Giuseppe Bottalico, lasciata l’Amministrazione cittadina, diede altre linfe vitali a pubbliche attività e fu pertanto Presidente del Tiro a Segno, Presidente del Comitato Regionale della Croce Rossa e della Pubblica Assistenza, Direttore dell’Ospedale Consorziale, Presidente della Biblioteca Sagarriga Visconti e Consigliere nella Prima Amministrazione dell’Università barese.

Dovunque portò la sua dirittura, la sua onestà e la sua cultura, e quando la morte lo colse l’11 maggio 1930, le onoranze solenni rese alla sua salma furono un attestato indimenticabile di estimazione collettiva, di riconoscenza cittadina, di commosso rimpianto.

Il Comm. Gaetano, unico figlio del compianto Don Peppino, continua, nell’attività forense, le tradizioni d’ordine morale e professionale del padre, fra la stima dei suoi colleghi e di tutta la cittadinanza.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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