BATTISTA LAMANNA

Giuseppe Battista, di Triggiano, trasse origini da un ceppo di commercianti. Anche quando meritati successi avrebbero potuto suggerirgli di educare i figliuoli alle professioni, preferì avviarli al commercio, a quelle stesse mète, che erano state raggiunte da lui e dai suoi maggiori.

Troviamo perciò Michele Battista, suo figlio, ancor giovane, consociato ad una forte azienda produttrice di pasta alimentare, in Polignano. Ben presto questo giovane industriale avrà iniziato la sua carriera sorretto dal suo ingegno ed anche dalla sua soda preparazione; inoltre a facilitargli il successo avrà concorso il suo buon sangue, per cui noi preferiamo modificare il proverbio dei latini, che vedevano erratamente una vocazione ed una nascita solo per i poeti: « poeta nascitur ».

La storia, infatti, dei capitani del lavoro della nostra Provincia sta a dimostrare che vano sarebbe stato per altri che non fossero stati i nostri gloriosi e modesti uomini, raggiungere le posizioni raggiunte, sia nella industria che nel commercio.

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La febbre del superarsi, del migliorarsi è la caratteristica di questi capitani, in ogni branca di operosità abbiano partecipato: potrebbe perfino definirsi uno spirituale tormento quel desiderio che ha spinto quasi tutti di essi, dai più gloriosi ai più oscuri, ad aggiornare tanto rapidamente la loro vita.

Ed ecco che nel 1933 troviamo il Battista in cerca di una nuova strada, certo più ampia, in Mola di Bari. Da un imparentamento con la famiglia Lamanna, anche di Triggiano, egli avrà stretto rapporti di affari con i cognati Gaetano e Tommaso. Figliuoli di un impiegato, questi ultimi, si consociano a Michele Battista, per rilevare il molino della cessata Ditta De Bari.

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Gaetano Lamanna, fratello maggiore, è uno di quelli che cercherà fortuna e migliorie di vita, oltre oceano, in America; figura del nostro classico glorioso operoso emigrante.

Diciottenne si reca a Chicago, ove si afferma nel suo mestiere di gioielliere. Torna in Italia nel 1922. Riparte, dopo breve sosta in famiglia.

Pervaso dalla febbre di rinnovazione e di elevazione, che il suo glorioso e ventennale esilio gli ha contagiato, invita il fratello più giovane, Tommaso, a seguirlo, associandolo nella sua fiorente azienda americana.

E dopo undici anni di lavoro e di permanenza a Chicago, fa ritorno in patria; nel 1932, anno in cui col cognato Michele Battista, i due Lamanna impianteranno la nuova società molitoria «Battista e Lamanna » in Mola di Bari.

Questa azienda riscuote il plauso delle autorità molesi per la sobrietà appassionata con cui è diretta e guadagna giorno per giorno maggiori considerazioni dai ceti commerciali ed industriali della nostra provincia.

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Ci piace ora ricordare che Gaetano Lamanna, tornato ancora una volta in America, ha dato prove di alta italianità, distinguendosi fra tutti i nostri emigrati, in opere di patriottismo. Fondatore del Fascio italiano a Chicago, è tra quei pochi che hanno il vanto di aver acquistata la famosa lettera, che ebbe tanta diffusione di stampa, del colonnello inglese Cyril Roche, lettera che costituì, tra i tanti altri, un autorevole documento a favore dell’Italia nella disputa italo-abissina. Come si ricorderà il colonnello Roche, ex addetto militare alla ambasciata inglese a Roma, intervenne con la sua lettera a lenire le tormentose digestioni dell’arcivescovo di Canterbury e di tanti altri signori nemici dell’Italia.

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I componenti della giovane ditta molitrice sono accomunati da un unico metodo di lavoro e da un senso di onestà e di scrupolosità industriali, che li affermerà decisamente al più presto. Sono ancor giovani, giacché il Battista è nato nel marzo 1895 ed i due Lamanna hanno visto la luce: Gaetano nel 1888 e Tommaso nell’aprile del 1902.

Visitando il loro stabilimento si è presi da ammirazione per l’ordine e la disciplina tecnica, commerciale ed amministrativa, che sovraintendono alla vita della florida azienda.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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