TATEO LUIGI

Luigi Tateo rappresenta degnamente in Turi una famiglia che ha dato alla Patria uomini rappresentativi del Risorgimento, garibaldini ed esuli.

Il bisavolo Saverio ebbe tre figli, Pietro, Giovanni eVito.

Da Pietro, nonno di Luigì, nacquero Saverio, Giovanni e Pietro.

Da Saverio, nato nel 1835 e morto nel 1912, nacquero Pietro, il nostro Luigi, Vito, Giovanni, Pasquale e quattro femmine, Clementina, che andò sposa a Francesco D’Addabbo di Turi, Maria che andò sposa a Giovanni Rosario di Putignano, Antonietta che andò sposa a Domenico Elefante di Turi e Rosina che sposò un De Donato di Turi.

Nella divisione famigliare Pietro, Pasquale e Luigi ebbero la tenuta «Angiulli» in contrada Frassineto.

Luigi ebbe la sua quota ereditaria in tale tenuta quando nel 1904 si sposò con Maria Domenica D’Aprile, sorella di Gennaro di Acquaviva del quale ci occupiamo in altro capitolo.

Diventato padrone di questa terra, Luigi Tateo ne iniziò presto la trasformazione, seguendo in ciò la tradizione familiare e stabilendosi definitivamente in campagna per più facilmente curare di persona la conduzione diretta della masseria.

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La moglie, dinamica e capace quanto il marito, continuò l’opera di Luigi Tateo quando questi, chiamato alle armi per la guerra mondiale, fu costretto ad abbandonare la sua azienda. Durante la guerra questa continuò sulla via della prosperità e si arricchì di caseggiati e di magazzini che oggi squillano il candore dei loro bianchi muri fra il verde della campagna turese.

Rientrato dalla guerra, il nostro si diede con inusitato ardore alla piantagione delle viti, riuscendo così a creare circa 30 ettari di vigneto modello che hanno arricchito di vini gustosissimi e prelibati la sua ricca cantina, meta del pellegrinaggio votivo di Autorità e di amici.

Sono note e non soltanto nella Provincia di Bari, le qualità non frequenti che fanno di questa produzione vinicola l’autentico nettare dei buongustai.

Di pari passo con la passione politica vibrava in Luigi Tateo l’amore per la Patria e quando nel 1919 l’Associazione Combattenti tenne fronte all’invadenza dei rossi avvalendosi della predicazione bolscevica, egli fu fra le pattuglie di avanguardia.

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Iscritto al Partito Fascista prima della Marcia su Roma del 1919 fu fra i pochissimi che intuirono i benefici venienti da una Organizzazione Provinciale e Nazionale degli agricoltori, e fu pertanto fra i fondatori .di quella prima Federazione Agraria Provinciale che, sorta in seno al Comizio Agrario, glorioso e non infecondo organismo propulsore della nostra agricoltura, ebbe come primo presidente il Dott. Casardi di Barletta. Nel 1921 fu fra i fautori della candidatura di Peppino Caradonna amico e sodale di Mussolini nel primo battagliero gruppo fascista della Camera italiana.

Nel 1920, dopo il doloroso episodio della lotta civile alla masseria Marzagaglia in tenimento di Gioia, egli fu tra i proprietari terrieri che prepararono la difesa delle ultime trincee della proprietà terriera disturbata dalle invasioni arbitrarie e dalla pervicacia dei rossi.

Nel 1922, alla distanza di qualche anno dalla morte della prima moglie, egli si risposò con la signorina Paola Maria Giannelli, sorella del Dott. Giannelli di Triggiano.

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Fu Presidente del Sindacato degli Agricoltori di Turi e, dal 1927 fino al 1929, Presidente Provinciale .dei piccoli agricoltori del barese. I suoi successi nel campo agricolo sono documentati dai premi conseguiti nella Mostra Internazionale dei cavalli del 1929, nel Concorso Nazionale per la battaglia del grano del 1933 ed in altre numerose esposizioni e mostre provinciali e nazionali.

Fu tra i primi a costruire nella sua masseria silos moderni per la conservazione dei foraggi e dei cereali e nel 1937 per queste sue benemerenze speciali, fu insignito della stella di bronzo al merito rurale, meritato riconoscimento ad un’opera durata per molti anni al servizio della economia rurale della Nazione.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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