SISTO FAMIGLIA

Della famiglia Sisto o dei Sisto, oriunda di Napoli, di Nocera dei Pagani, si hanno notizie certe durante la dominazione Angioina nel Mezzogiorno d’Italia. La famiglia Sisto infatti godeva gli onori del patriziato in Amalfi ed in Scala. Per ragioni di commercio i Sisto si trapiantarono in Puglia, dove nel 1275 compaiono tra i mutuatores di Bitonto. Nella stessa epoca una famiglia Sisto era ritenuta in Nocera ed in Napoli di primaria nobiltà. Un Guglielmo de Sisto di Nocera fu molto accetto a Carlo I., a Carlo II. ed a Roberto d’ Angiò, ed esercitò gli alti uffici di segreto maestro portolano e procuratore di Principato di terra di lavoro e del Molise.

Un Antonello de Sisto da Napoli fu notato di ribellione nel 1390; Niccolò nello stesso anno fu Vescovo di Lettere, piccolo paese della provincia di Napoli. Un Giovanni Vincenzo Sisto verso il 1600 era Barone del Sorbo e nel 1621 acquistò il feudo di Serpico.

Più tardi questa famiglia, iscritta nell’elenco ufficiale nobiliare italiano col titolo di Nobile di Viterbo, perfezionò la sua arma che è di oro all’Aquila d’oro con le ali aperte fissante un sole nascente dal Canton destor del Capo. Un motto sottolinea l’arma: Sola soli sistit.

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Nel 1700 un Bartolomeo Sisto di Francesco Paolo, degno erede del nobile succennato, figura nell’elenco delle famiglie più nobili romane ed è circondato a Bitonto di molta considerazione. Da questo Bartolomeo nasce Francesco Paolo, un di cui fratello, Gennaro Sisto, fu Vescovo ed Intendente di Viterbo, Orvieto e Civitavecchia negli ultimi anni del dominio Pontificio sul Lazio. Questo Vescovo diede molto lustro alla famiglia per zelo religioso, per coltura teologica e filosofica, per opere di pietà, e morì a Bitonto a soli 49 anni, di malaria, acquisita nelle paludi pontine.

Un altro fratello di Francesco Paolo fu Vescovo di San Pietro e fu tenuto in grande considerazione da Papa Leone XIII, dai Cardinali Merry del Val e Rampolla. Era altarista di San Pietro e stava per essere nominato Nunzio Apostolico in Ispagna quando, nel 1899, fu spezzato da morte immatura.

Da Francesco Paolo Sisto che morì il 7 maggio 1899 e da Raffaella nobile Regna, sua consorte, morta il 30 luglio 1911, nacquero tre figli, due donne e Domenico il quale, nato in Bitonto il 24 luglio 1878 perpetua degnamente le tradizioni culturali e signorili della famiglia.

Egli completò gli studi secondari al Collegio Nazzareno di Roma, alla cui Università si laureò nel 1904.

A Roma egli frequentò la migliore società e da Roma si stabilì in Bitonto quando, per la morte del padre, fu costretto ad amministrare la proprietà terriera famigliare che era stata amorevolmente curata dal genitore defunto, appassionatissimo agricoltore.

Il 23 luglio 1921 egli si sposò con la Nobile Maria Pappalepore del fu Francesco Paolo, marchese di Canneto e fratello di un Ministro Plenipotenziario.

Il matrimonio è stato consolato da parecchi figliuoli e così il nobile avvocato Domenico Sisto esercita con successo la sua professione fra la considerazione dei suoi cittadini e continua a porgere le sue veraci attenzioni alla terra che egli ha ereditato dagli avi, compiendo trasformazioni di grande rilievo.

Testimonianza della nobiltà spirituale di questa famiglia è il palazzo avito che è una delle più interessanti costruzioni settecentesche della Provincia di Bari e che è conservato mirabilmente nella sua struttura originale, contesta di tenui ed eleganti decorazioni barocche e caratterizzata da un ampio monumentale scalone a tre portici sovrastanti.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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