SAPONARO NICOLA

Ecco un’azienda commerciale che fondata da un uomo di eccezione, perpetua la sua luminosa tradizione di correttezza e di operosità in altri comuni di eccezione, tutti consci delle loro diverse responsabilità, tutti tesi verso la fruttificazione di nuove risultanze proficue e luminose.

Ecco un’azienda in cui non sai se esaltare la figura del fondatore o quella di colui che del fondatore ha assunto il verbo, l’indirizzo e la serietà del metodo.

La storia di quest’azienda ci porta infatti ad esaminare come il comandamento di un padre possa produrre conseguenze oltremodo benefiche se seguito e perseguito da un figlio degno del comandamento.

Il padre del fondatore dell’azienda, Donato Saponaro, nato a Noicattaro il 1825, era un pioniere degli scambi commerciali baresi. Egli infatti aveva organizzato il regolare lavoro di scambi di prodotti fra il Barese ed il Napoletano; con carri e servizi propri egli mandava a Napoli i prodotti del nostro suolo e ne riportava in cambio canapa e tessuti. Sposatosi con Lucrezia Brattoli di famiglia di commercianti, n’ebbe otto figli. Di questi Nicola riassunse la continuità della tradizione paterna.

Nato il 25 luglio 1861 egli modernizzò e potenziò l’attività commerciale iniziata dal padre, assorbendo la produzione dei manufatti di cotone che la nuova fioritura industriale altoitaliana andava già creando, liberando l’Italia dalla soggezione estera in questo campo.

Questa produzione egli lanciò per tutti i comuni delle diverse regioni dell’Italia meridionale e centrale attraverso una meditata organizzazione del commercio girovago.

Sposatosi a 25 anni con Carmela Di Donna di famiglia di proprietari benestanti del suo stesso paese ne ebbe tredici figli di cui nove viventi, cioè: Carlo, Donato, Lorenzo, Lucrezia, Rosa, Pasquale, Giacomo, Pasqua e Angela.

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Il primo, Carlo, assume per volere paterno a direzione spirituale e materiale della famiglia, quando morto il padre il l luglio 1913, ha dalle ultime volontà di lui l’onere di responsabilità che ha saputo mirabilmente assolvere.

Il testamento paterno aveva una clausola inderogabile:

« E’ mio desiderio che l’antica Ditta, sotto il mio nome Nicola Saponaro, continui ad essere tale finchè vorrà mio figlio Carlo, al quale cedo tutta la mia azienda con l’obbligo di pagare tutte quelle passività risultanti dall’azienda stessa ».

Il testamento era la conseguenza logica di un’altra deliberazione paterna che riconosceva in Carlo Saponaro, nato il 7 settembre 1889, le qualità tutte del buon guidatore di aziende.

Il povero Nicola Saponaro quasi presago della sua fine immatura aveva con procura del 24 settembre 1906 affrancato il figlio Carlo dalle deficienze legali della sua minore età, nominandolo Procuratore istitore dell’azienda a tutti gli effetti legali e spirituali. Ciò era per Carlo una anticipata paternità, un affidamento che andava quasi oltre le sue forze.

Carlo, già investito di tutta la responsabilità del comando, fin dall’età di 17 anni, si trovò all’epoca della scomparsa del Padre e cioè a soli 24 anni, con l’onere di una paternità elettiva su tutti gli altri fratelli e sorelle: Donato infatti non aveva che 22 anni (e dedito agli studi) la più piccola delle sorelle Angela soltanto 3! Carlo è di tale tempra che non si sgomenta per tale gravosa investitura. In questa luttuosa circostanza, mentre che autorevoli incoraggiamenti gli vengono dalle Case fornitrici, fra cui va distinto quello del Gr. Uff. P. Soldini, allora Presidente della Associazione Cotoniera Italiana e Direttore Generale del Cotonifici Cantoni, che scrisse in questi termini:

« Una grave sventura ha colpito la Vostra Casa. Avete però il Vs. Signor Carlo il quale saprà tener ben alta la bandiera della Casa. Da parte nostra non ci faremo sfuggire occasione per venirgli incontro con tutte le nostre facilitazioni ».

Per il giovane Carlo era questo un presagio ed un augurio certo che si univa a quello paterno; egli divide con salda mano le cure della famiglia con quelle dell’azienda e mentre porta la prima a traguardi di tranquillità, attraverso una sana ed adeguata educazione ed istruzione dei fratelli e delle sorelle, porta la seconda a più vasti orizzonti.

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Scoppia la grande guerra del 1915 che coincide con la nuova dolorosa dipartita della Madre, una Santa Donna; che tutta si poteva riassumere amore verso i figli.

Quattro adempiono al servizio militare: Donato uno dei primi bombardieri della Scuola militare di Susegana viene ferito due volte.

Finita la guerra il Donato si addottora in Scienze Commerciali e riesce docente di Tecnica Commerciale all’Istituto di Brescia.

Carlo che ritorna alle cure dell’azienda, prende le mosse per intensificare la sua singolare operosità. L’azienda sotto il suo impulso, si sviluppa in maniera metodica regolata esemplare. Capisce che essa non potrà più rimanere a Noicattaro, bisognosa di un più ampio respiro, anche perché i fratelli una volta ragazzi cominciano a farsi giovani, e così decide di porre la sua avanguardia nel capoluogo della regione.

A Bari l’azienda trova il clima adatto pel suo naturale progressivo sviluppo. Carlo si sposa nel 1922 con la signorina Caterina Pugliese, la quale, entrata a far parte della grande famiglia dello sposo, apporta maggiore cemento fra i componenti, aiuta il marito alla sistemazione delle cognate e cognati. A breve distanza si conchiudono le nozze dei germani: Lorenzo (Podestà di Noicattaro) con la signorina Domenica La Manna; Giacomo con la signorina Anna Fano (da Bitonto); Pasquale con la signorina Italia Muciaccia (da Bari); Lucrezia col prof. Michele Cianciaruso; Rosa col rag. Umberto Venditti; Pasqua col dotto Virgilio Lagioia; Angela col dotto Maggiore Giuseppe Lamastra.

Intanto la famiglia di Carlo si è arricchita di sette figli.

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Carlo Saponaro con la proficua collaborazione dei fratelli Lorenzo, Pasquale e Giacomo, continua coraggiosamente in un singolare esempio di comunione familiare il commercio dei tessuti; è Presidente del Sindacato Provinciale grossisti tessuti e .filati: Consigliere dell’Ufficio provinciale delle corporazioni, Consigliere di Sconto del Banco di Napoli.

La tradizione di larga figliolanza si continua anche negli altri fratelli sicché oggi la ditta Nicola Saponaro non è soltanto un ganglio importante della vita commerciale pugliese ma è anche un vivaio di nuove energie, al servizio delle fortune della patria fascista.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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