SANSONE COMM GIOVANNI

Il comm. Giovanni Sansone esprime in Ostuni, la tradizione migliore di un casato, che per varie generazioni ha sempre affermato virtù di lavoro e retaggio di signorilità raffinata.

La vasta posizione patrimoniale di questa famiglia fu essenzialmente formata da Pietro Sansone, zio di Gaetano Sansone, che fu il nonno dei tre fratelli Giovanni, Gaetano e Raffaele, che vivono, circondati dalla stima e dall’affettuosità di quanti hanno il piacere di conoscerli, tra Napoli e Ostuni.

Tornando ai brevi cenni della storia patrimoniale di questo glorioso ceppo famigliare c’è da ricordare che Pietro Sansone fondò nel 1774 la colonia agricola a Monticelli, piantando anche magnifici oliveti e diventando uno dei più memorabili pionieri della nostra agricoltura.

Quando don Pietro ebbe fondato ed avviato a sicuri sviluppi l’azienda in Puglia si recò in Campania, ove ordinò ad un celebre cesellatore ed orafo una magnifica statua del Patrono di Ostuni: Sant’Oronzo.

La statua divenne notevole oggetto di venerazione popolare e fu da quel tempo tenuta in custodia dai Sansone e specificamente dal comm. Giovanni che l’ha situata in una signorile cappella di famiglia.

Durante i festeggiamenti patronali (25-26 Agosto) la statua è offerta al culto cittadino e portata nella chiesa matrice.

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Tornando alla storia patrimoniale ricorderemo che tutta la ricchezza di don Pietro fu ereditata dal nipote Gaetano Sansone, che fu un degno erede e che va ricordato per opere di assistenza e di beneficenza oltre che per le sue speciali attitudini di agricoltore illuminato.

Egli, dalle nozze con la nobildonna Cornelia Acquaviva di ottima famiglia monopolitana ebbe sette figli, di cui tre maschi: Raffaele, Pietro e Nicola, tra cui si divise l’ingente patrimonio e da Pietro imparentatosi con gli Angiuli nacquero quattro figli di cui tre maschi: Gaetano, Giovanni e Raffaele.

Ricorderemo che Pietro Sansone è stato per cinquant’anni sindaco di Ostuni, in tempi in cui le lotte dei partiti avevano carattere fratricida. Fu vent’anni conciliatore amatissimo ed anch’egli ebbe in amore non disperdere e depauperare ma irrobustire ed unificare l’ereditato patrimonio.

E’ sua opera la costruzione del magnifico palazzo sulla via Mazzini, che attualmente ospita due dei fratelli Sansone.

Le di lui virtù morali, civiche, religiose furono ereditate da don Giovanni, che nato nel 1678 collaborò col padre nella diretta conduzione dell’ingente patrimonio agricolo. Ha presieduto per 6 anni la locale Congrega di Carità; assessore fino al 1919; uomo d’ordine, attaccatissimo fin dagli albori alle primissime idealità fasciste.

La cospicua elargizione di 100.000 lire all’Opera Balilla e di 5000 lire alle Opere Assistenziali del Partito, gli valsero entusiastiche lettere dei dirigenti la politica locale.

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Uomo dedito al lavoro, giacchè il vasto patrimonio avito è tenuto parzialmente in conduzione diretta, ama dedicarsi ad opere che alle sue due bellissime ville, panoramicamente incantevoli, ed alla sua abitazione hanno dato e danno un senso di fasto e di signorilità.

Cura anche con competenza e maestria una scuderia celebrata, in cui giganteschi e perfetti cavalli e raffinatissimi attacchi denotano quanto sia in lui l’amore al bello.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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