ROSSIELLO MICHELE E NICOLA

Un classico esempio di azienda industriale,che per varie generazioni vien tramandata di padre in figlio è la Distilleria Rossiello, attualmente gestita da Nicola Rossiello in Bitonto.

Il padre dell’attuale titolare signor Nicola Rossiello, Michele, verso la metà dell’ottocento costituì la Ditta, fondando uno stabilimento di modesta portata e creandone gl’impianti al rione di via Palombaio ove sorge il moderno edifizio della rinomata e benemerita distilleria.

L’iniziatore ed animatore si preoccupò anche del commercio, previa lavorazione preventiva delle mandorle, dei vini e degli olii, assumendo anche rappresentanze; sicchè lo si ricorda in rapporti con la casa di Michele Maluta di Padova (Olii), e della Berner, mentre che ebbe in onore la distillazione di una rinomata grappa (alcool di vinaccia).

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Avviò i cinque figliuoli all’agricoltura, al commercio ed alla distillazione, augurandosi che dalla specializzazione tecnica dei 5 giovanotti sarebbe venuta su un’azienda formidabile.

Il destino, che lo placò nelle ansie di una successione degna di lui, lo contrariò nei progetti, giacchè tre dei suoi figli morirono.

A Vincenzo ed a Nicola, quindi, fu affidato il compito di continuare le orme gloriose paterne e se Vincenzo si dedicò con successo all’agricoltura, Nicola fu chi raccolse la spirituale continuazione dell’opera del fondatore.

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La distillazione ed anche la industria dell’olivo hanno avuto ed hanno in lui, collaborato dall’ attivissimo figliuolo rag. Michele, nato dalle nozze con la signora Piepoli, uno degli esponenti più elevati della nostra provincia ed a suo vanto ricordiamo vari impianti di distilleria, a conduzione propria, da lui effettuati ad Altamura, ripristinando quelli abbandonati a Talsano (Taranto) Grumo Appula e per due anni anche a Palazzo S. Gervasio.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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