PANETTA MICHELE

Michele Panetta, nato il 23 ottobre 1877 da Francesco e da Brigida Durante, è un prodotto verace di un ceppo che da anni perpetua nelle zone fra il Bradano e le ultime pendici della Murgia una tradizione .di singolare operosità dedicata alle culture cerealicole ed agli allevamenti ovini e bovini.

Il padre, oriundo di Pisticci, cominciò col condurre, insieme con alcuni parenti, la masseria « Terzo Cavone » allora del Marchese Ferrara e poi del Barone Giulio Berlingeri.

Ancora oggi quella masseria è condotta dal comm. Francesco Durante, fratello della madre del Nostro. Questi, da 13 anni, ha cominciato a lavorare ed ha avuto come maestro il nonno materno Giuseppe Durante.

Questo vegliardo era un saggio che aveva per insegna la parsimonia ed il lavoro.

Michele Panetta fu col padre e col nonno fino all’età di 23 anni, fino a quando cioè si sposò con Maria Domenica Vitelli del fu Francesco, agricoltore di Pisticci.

Il padre, ritirandosi nella masseria «Cotola», ne cedette una parte al nostro, che così lo rappresentò nella vecchia società familiare capitanata dal Durante.. A 28 anni abbandona la masseria « Terzo Cavone » di Scanzano ed entra a far parte di una nuova società di cui fanno parte il comm. Francesco Durante, lui, Domenico Gesualdo, marito di una sorella di lui, èd i fratelli Giuseppe e Gaetano Vitelli, suoi cognati. La nuova società prese in fitto nel 1895 la masseria « Incoronata » della Famiglia Roges in tenimento di Pisticci. Era una masseria di 500 ettari circa che, acquistata dal comm. avv. Pietro Lacava, fu da questi assorbita subito dopo l’acquisto, alleggerendo gli effetti .del suo gesto col fare avere alla società Panetta e C. la masseria « San Marco» di proprietà Ruffo.

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Michele Panetta diventa il dirigente spirituale della Società. Stimato universalmente per la sua puntualità e per il suo attaccamento alla terra, è preferito agli altri conducenti di terra dai grossi proprietari latifondisti della zona. Ma è anche molto amato dai suoi dipendenti che, durante il periodo più acceso del socialismo, gli rimangono fedeli e devoti. Egli in effetti, nei rapporti con i suoi salariati, ha anticipato i nuovi orientamenti del Regime in materia di legislazione sociale. I salariati, trattati bene, lavorano con piacere e con entusiasmo: prova di questo stato di animo è l’accoglienza fatta l’anno scorso dai 150 operai dell’azienda Panetta, stretti intorno al loro capo, in occasione della visita di S. E. il Prefetto di Taranto.

Nelle varie masserie condotte in fitto e poi acquistate da Michele Panetta, egli ha introdotto sistemi moderni di coltivazione e di concimazione migliorando sensibilmente la produzione. Sono state condotte così dal Panetta, da solo e in società con altri, la masseria « Recoleta » di circa 3000 ettari, la masseria « Policoro » di Berlingeri, la masseria « Casa Teresa » dei Porcellinis di Calvello e, nel 1912, la masseria « Macchia » di 1200 ettari. In quell’epoca la società rientra alla masseria « Terzo Cavone » di Scanzano che era stato il nido della primitiva società.

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Successivamente Panetta e i suoi soci prendono in fitto la masseria « Selva Piana » del principe Ruffo ed un’altra di S. E. Francesco D’Alessio; poi la masseria « Montedoro » di proprietà dell’avv. Dell’Osso che sono portate tutte ai più forti rendimenti. Michele Panetta è di quelli infatti che pensano alla terra informandosi a questo precetto: se la terra vi dà calci, avvicinatevi ad essa perché vi ripagherà sempre dell’amore che ad essa portate. Vi sono state le cattive annate ma ci sono state anche le buone a compensarle.

Frattanto dal suo matrimonio con Maria Domenica Vitelli nascevano parecchi figli: il primo, Francesco, nato il 1891; l’altro, Giovanni, nato il 1897; Giuseppe, mutilato di guerra e Podestà di Pisticci, nato il 1898; Gaetano, nato il 1903; Mario, nato il 1912 e l’ultimo, Attilio, che frequenta il Liceo.

Di conversa con la conduzione di queste masserie enormi e pronube di gravissime responsabilità, Michele Panetta acquista la masseria « Peppariello » che, dopo il 1922, incrementa con altri acquisti sì da formare un comprensorio di 550 ettari complessivi. A questa masseria posta in tenimento di Ginosa, egli dedica tutte le sue più ardenti fatiche, portandola al livello delle migliori proprietà terriere della Provincia di Taranto. Anche la masseria « Collerati », posta in tenimento di Ginosa e facente parte del patrimonio della Regina di Spagna, fu da lui comprata in società con i nipoti Gesualdi, figli della sorella Antonia Maria.

Queste masserie egli accresce di fabbricati rurali, fornisce di nuovi ovili e di nuove stalle, e, quando nel 1927 acquista la masseria « Sant’Angelo » in tenimento di Pisticci, egli vi costruisce due silos della portata di 1500 quintali l’uno, case coloniche per i salariati, un oleificio per la produzione degli oliveti, ed altre innovazioni.

L’azienda Panetta cresce a dismisura, e se fin da trent’anni or sono in essa sono adoperati gli aratri profondi, da nove anni a questa parte è usata l’aratura motorizzata.

Quindici trebbie meccaniche fan parte dell’azienda.

Michele Panetta ha educato i figli alla stessa scuola. Essi lo aiutano attualmente nella conduzione di una proprietà che è fra le prime di tutto il tarantino. Bastano a comprovarlo la stella d’oro al merito rurale che sei anni or sono gli è stata concessa dal Regime Fascista, l’onorificenza di Cavaliere Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia ed i premi infiniti conferitigli per l’azione benefica svolta in tutte le branche delle attività rurali.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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