GATTI PIETRO

La vita dell’agricoltore Pietro Gatti ha origini umilissime, giacchè il di lui padre Filippo, nato a Gioia del Colle, fu un povero cantoniere, che spese gran tempo della sua vita fra gli stenti della fatica stradale. Nè potette al figliolo assicurare un avvenire migliore, tanto che il giovane Pietro conobbe da fanciullo le avversità di tutti i piccoli mestieri meno redditizii e più aspri: conduttore di traini, cantoniere ecc..

A 23 anni si sposa con Maria Maselli, nata in Acquaviva da un casato agricolo; andato giù di fortuna, e conosce giorno per giorno tutte le avversità che la mancanza di mezzi di fortuna offre. Inizia affittanze in tenuta di San Basilio, nel Tarantino, ma senza fortuna. Acquista una mula con trenta lire, assecondando il suocero nel lavoro, i cui risultati son magri per tutti, ereditando solo a morte del suocero la modestissima somma di 1500 lire.

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Lo scarso danaro è subito investito in un contratto di fitto col conte Caracciolo Stella che risentirà delle ottime qualità del giovane e laborioso fittavolo, che ha giurato di assicurarsi un avvenire che conosca il benessere e le gioie di una sana e larga figliolanza.

In tre anni, infatti, sarà padrone di 150 pecore, che col loro modesto valore assicurano al proprietario la possibilità di acquistare a rate una masseria « Viscola e Madria » di proprietà di un grande industriale e di un gran signore, don Paolo Cassano di Gioia del Colle.

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Si è che il giovane Gatti avrà, con un lavoro assiduo, sistemato le sorgenti, bonificando i frequenti stagni ed assicurando una larga irrigazione alla tenuta che a tutt’oggi è invidiabile perchè le medicaie, gli agrumi, le uve ed i frutteti di don Pietro Gatti son degni di una terra promessa e sono indicati ad esempio dai vicini dell’ottimo Gatti. Cui, dimenticavamo, sorridono ben nove figliuoli, che coadiuvano i genitori nella vita di lavoro benedetto e felice.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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