GARRIBBA LUIGI

Luigi Garribba non attinse la sua fortuna da ricchezze di famiglia. Il padre, esportatore di cereali, fu quasi rovinato dal fallimento di una Banca, dove aveva depositato tutti i suoi risparmi, ed alla di lui morte, al giovane Luigi, allora ventitreenne, non rimase altro che la volontà del lavoro ed una grande tenacia per giungere con propri mezzi ad una mèta di fortuna. Cominciò con l’esercitare la mediazione in esportazione di prodotti del suolo, in stretta relazione col Berlendi e Delenardo, Ditte internazionali, rispettivamente di Trieste e di Berlino. Accumulato qualche capitale, entrò in seguito quale socio della Ditta Triglione Berlendi e Bosco Lisetti di Chioggia, nella quale ebbe funzioni di mediatore fin quando, con la divisione della Società, egli rimase a lavorare col solo Triglione. Iniziò successivamente l’esportazione dei finocchi, verso il 1900, sui mercati di Milano, Torino, ecc., riuscendo in quell’anno a caricare, in una sola commissione ben 40 vagoni di merce, venduti alla stazione di Bologna.

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Entrò in seguito, in relazione di affari con gli importatori Domenico Casè di Milano, Giuseppe Marrocco di Torino e Antonio Rosini di Bologna, con l’ausilio dei quali si rese ben presto padrone del commercio di tal genere di verdura da tavola, riuscendo a vendere in un solo anno, nel 1900, ben 80 vagoni di merce che l’anno successivo salirono a 160 vagoni per l’elevarsi di richieste sul mercato ortalizio.

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Malgrado l’intervento in concorrenza ai altri mediatori della stessa merce, Luigi Garribba riuscì sempre a dominare il mercato, dotato com’era di una pratica e di una conoscenza della materia, che lo affermavano maggiormente di giorno in giorno nella stima e nella fiducia delle Ditte acquirenti, fino al punto da potere egli iniziare, qualche anno dopo, nel 1906, e per proprio conto, l’esportazione all’estero di tutti i prodotti italiani ortalizi e frutticoli. Allargò in brevissimo tempo la zona di acquisto e dopo un intenso e proficuo lavoro preparatorio, conquistò fino agli anni del dopoguerra, gl’importanti mercati di Monaco, Berlino, Bruxelles, Vienna e Praga. Da un periodo di trent’anni a questa parte, la sua tecnica commerciale, la sua scrupolosità nel trattamento degli affari e la sua larga competenza, lo hanno reso indispensabile a grandi esportatori nostrani e forestieri, non esclusa la locale Ditta Larocca, per conto del quale il Garribba ha lavorato nel passato.

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Di antica origine normanna, la famiglia Garribba è nota fin dall’XI secolo come famiglia appartenente alla nobiltà di Napoli, Tropea, Portoreale, Cava dei Tirreni, Cosenza, ecc. con lettere patenti in Sulmona e nel Cilento. Godette feudi in Arpino, Cagnaro, Campole, Finochito e Garriba, dal quale feudo la famiglia prese il nome.

Un ascendente vestì l’abito Gerolosomitano nel 1425.

Il nonno paterno, Luigi, si stabilì in Barletta verso il 1800, dandosi al commercio delle granaglie e lasciando alla sua morte una piccola fortuna (800 ducati) che fu ripartita tra i suoi sette figli.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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