D’ELIA FAMIGLIA

Di questa famiglia si hanno notizie certe fin dal 1085, epoca in cui venne a Bari insieme con altre sei famiglie da Bisanzio, coprendo cariche importanti. Il cognome originario fu Chiurlia (da Chiurios, greco, signore ed Elia) in seguito alla sentenza di morte pronunziata da Roberto Chiurlia ai danni di Corradino di Svevia (XIII Sec.) i collaterali di quest’ultimo, fedeli alla Casa Sveva abolirono il « chiuros », lasciando solo Elia poi divenne de Elia e rimase tale fino alla metà del 1700. Dopo tale epoca, si riscontra altra modifica in d’Elia.

Una pergamena del 1735 di Carlo III, concedeva ad un Nicola de Elia, figlio di Stefano, privilegi eccezionali, fra l’altro l’autorizzazione di portare la spada. Questi privilegi furono concessi a Stefano, perchè nato, per puro caso in Casamassima, non fosse soggetto al vassallaggio del feudatario (Archivio presso il discendente Elia). Primeggiò, fra i componenti di questa famiglia, Elia che fu Abate e poi Arcivescovo di Bari e che, nel 1087, rilevò le ossa del Santo di Mira, iniziando la costruzione della Basilica.

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In questo casato si estinse l’altro Stella perchè una Rosa Stelia, sposò un Nicola de Elia (1690) Questa famiglia molto illustre e nobile, appartenne al Patriziato di Modugno e al patriziato di Napoli, ascritta al Sedile di Montagna, e fu ascritta al S.O. M. di Malta. Essa Rosa, era nipote al famoso Conte Rocco Stella, primo Ministro e Maresciallo dell’Imperatore Carlo VI. Con l’ultimo del ramo maschile, che fu il Marchese Domenico Antonio Stella, i titoli e le proprietà passarono ai de Elia.. Pertanto questa famiglia dovrebbe rivendicare il titolo di marchese 1757 – (Vito Faenza – Storia di un Comune).

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Altro componente del casato, fu Stefano de Elia, Canonico del Duomo di Bari, Arciprete di Serlena, Vescovo dj Dorilla ed infine, da Ferdinando I, nominato vescovo di Lecce. Nicola, Intendente di Reggio Calabria, Cavaliere Costantiniano, che ebbe in sposa Angelica dei Baroni Rossi di Caprarica. Suo fratello Saverio, Gran Priore Abate di S. Nicola di Bari, Cavaliere Costantiniano di Francesco I, celebre per i litigi fatti sorgere alla morte dell’ Arcivescovo Clari, tra il Capitolo della Basilica e quello del Duomo (G. Petroni -Storia di Bari, vol. III, pag. 454); suo fratello Michele, Capitano Aiutante di campo del Generale G.B. Caracciolo, che non lasciò discendenti diretti; Nicola ebbe tre sorelle, Rosa, Teresa e Rachele quest’ultima, con il nome di Suor Amalia, fu Superiora del Monastero di S. Teresa e tenne esemplarmente e con energia la carica dal 1860 alla sua morte 1891; Giuseppe figlio di Nicola, (dottore in legge, 1831) cavaliere Costantiniano o di S. Stefano, Intendente di Capitanata (morto il 20 gennaio 1855) che fu un forte cultore di scienze statistiche, ebbe in isposa la nobile Camilla Pappalettere di cui il fratello Simplicio fu prima Abate di S. Paolo in Roma ed infine Gran Priore di S. Nicola di Bari, succedendo al predetto Mons. Francesco Saverio d’Elia.

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Dal matrimonio di Giuseppe con la nob. Pappalettere, nacquero Nicola, cavaliere Costantiniano (n.1844) sposato alla nob. Elena dei Marchesi delli Santi e dei Marchesi Cimaglia Gonzaga (n. a Foggia 1854 e morta in Napoli il 4 febbraio 1909) famiglia anch’essa scritta al S. M. O. di Malta, Rachele, andata sposa al Marchese Luigi de’ Bianchi Dottula.

Nicola d’Elia, ricordato ancora da molti vecchi baresi per il «Cavaliere», fu persona modestissima; molto colta e molto caritatevole. Non volle mai occupare cariche pubbliche e solo una volta accettò, cedendo alle vive preghiere del suo amico, On. Vito Nicola De Nicolò, la carica di Consigliere Comunale.

Unica sua preoccupazione fu quella di alleviare le sofferenze del popolo.

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Dal matrimonio di Nicola d’Elia con Elena dei Marchesi delli Santi Cimaglia Gonzaga nacquero 9 figli dei quali 3 morti ancora bambini.

I sopravissuti furono:

Giuseppe (n. 29.2.1873) (m. 27-5-1938) sposato con la signorina Nob. Aurora de Gemmis, ed ebbe due figlie, una delle quali, Camilla sposata al Nob. dottor Luigi Sagarriga-Visconti;

Francesco Saverio (n. 6-1-1880) (m. 19-7.1926) che non lasciò discendenti diretti;

Maria sposata all’avv. Angelo Quarto di Palo;

Amalia sposata all’avv. Giuseppe Quarto di Palo, con una figlia;

Elia (n. 12-2-1887) sposato il 15.12-1910 con la signorina Nob. Anna Palmieri dei Marchesi di Monferrato e dei Marchesi di San Secolldo, famiglia ascritta al S. M. O. di Malta, con tre figli: Elena, Nicola e Maria Antonietta. L’unico discendente maschio, Nicola, laureato in Legge è attualmente Giudice presso il Tribunale di Matera;

Caterina sposata al Cap. Giulio Petruzzellis.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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