D’APRILE ED ARUSTI FAMIGLIE DI MOTTOLA

La famiglia D’Aprile, che attualmente tesaurizza, con l’esperienza di varie generazioni e con l’indefesso lavoro la fertile e ferace terra dell’ameno colle, su cui biancheggia civettuolo al sole il paese di Mottola, trae le sue origini non lontane dall’industre paese di Putignano. Nei primi anni del decorso secolo, un ramo della famiglia D’Aprile di Putignano, ove questa gestiva una vasta azienda agricola, si trasferì nel Comune di Mottola.

Qui, ben presto, mercè le sue fattive attività di agricoltore, il secondogenito del ramo, a nome Antonio, seppe distinguersi dagli altri, dando all’industria agricola un nuovo orientamento che si espresse nelle forme di cultura intensiva e specialmente nella industria delle ortaglie.

Sposatosi con la mottolese Carmela Bianchi, ebbe da essa numerosa prole, e dei figli, quello che vieppiù si distinse fu il figlio maggiore Nicola, nato in Mottola il 6 settembre 1836, il quale sposatosi giovanissimo con la giovinetta Sorino Donata, ebbe efficacemente a confermare le virtù ataviche, non solo nei riguardi della prole, ma anche dell’industria agricola, portando le sue già modeste risorse ad un patrimonio importante.

Morì all’età di 78 anni nel giorno 9 giugno 1915.

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L’amore all’agricoltura fece si che tutti i suoi figli Antonio, Pietro, Giacinto, quest’ultimo emigrato nel Comune di Modugno, ed altri si dedicassero alla fruttificazione della terra, ad eccezione del figlio Sebastiano, che fu avviato agli studi. Questi, laureatosi nell’Università di Roma, quale Dottore in Giurisprudenza, entrò subito nella carriera degli Ufficiali di P. S. ove si distinse in modo particolare per le sue doti culturali e per il suo temperamento veramente pratico, eccellendo soprattutto come Funzionario politico e di piazza.

Resse pure recentemente i più importanti centri della Provincia di Bari, come Altamura, Barletta, Andria, ove fu pure Commissario Prefettizio per circa un anno, e da ultimo dal 1928 al 1933, la più importante sezione di Bari, l’Ufficio di S. Ferdinando.

Da Bari, ove nello spazio di circa 5 anni disimpegnò i più importanti e delicati servizi di P. S. ottenne, per ragioni di salute, con un anticipo di circa 14 anni il congedo dall’amministrazione.

Il D’Aprile, che lasciò l’Amministrazione col grado di Vice-Questore e con la onorificenza di Cav. Uff. della Corona d’Italia nel 1916 si imparentò con la nobile signorina Attolini Elia fu Francesco e di Carmela Agrusti, entrando a far parte della famiglia Agrusti, che fu lunghi anni lustro e decoro del ridente paese di Mottola.

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Da questa famiglia vennero fuori vari uomini di scienza, fra cui:

l. l’arcidiacono Don Tommaso Agrusti fu Modesto, che insegnò .per vari anni nei Seminari di Castellaneta e di Lecce, e fu assai dotto in Lettere e Teologia: nacque nel 1811 e morì nel novembre del 1888;

2. il presidente di Corte d’Appello, Vito Luigi Agrusti, morto il 23 novembre 1906 all’età di anni 77. Fu oltre che un magistrato insigne, anche un fervente patriota;

3. Padre Luigi Agrusti fu Giuseppe, assai dotto in Teologia e filosofia e nelle scienze esatte: insegnò in molti seminari, come Taranto, Amalfi, Trani, Penne, Gallipoli. Morì il 1896 all’età di anni 72;

4. Mons. Don Tommaso Agrusti, Vicario foraneo, Tesoriere, Protonotario Apostolico, nato il 30-3-1841, morto il 7-4-1917, il quale beneficò sommamente la Chiesa e copiosamente il popolo, non solamente con il patrimonio, ma sopratutto con le nobili virtù cristiane.

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Altri fratelli di quest’ultimo si dedicarono proficuamente all’agricoltura, ed uno di essi, Agrusti Michele, di anni 92, che è oggi considerato il cittadino più longevo di Mottola, fu per più di 10 anni, Podestà stimato di questo Comune.

Ultimamente, addì 9 marzo del 1938 è deceduta una sorella, a nome Isabella, anch’essa della bella età di anni 85, la quale, per non smentire le tradizioni della sua famiglia ha lasciato alla Chiesa del Purgatorio di Mottola ed alla sua diletta nipote, Elia D’Aprile, un cospicuo patrimonio, ed a quest’ultima anche tutti i ricordi della sua illustre Famiglia.

Il Cav. D’Aprile, lontano ora dalle cure della sua carriera, gestisce una importante azienda agraria e trascorre la sua vita tra il paese e la campagna in siti ameni. La annessa fotografia dà in parte la visione.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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