ANDRESINI MATTEO

Matteo Andresini, spentosi il 25 marzo 1936., nacque in Putignano il 24 luglio 1874 da famiglia che aveva, per secolare tradizione, praticato il commercio. Del Putignanese ebbe, in sommo grado, le qualità migliori: la tenacia, la passione per il lavoro, la vivida intelligenza e la modestia. Se si volesse tracciare con un diagramma il suo « curriculum vitae », ne risulterebbe una linea sempre ascendente, senza bruschi trapassi, retta come la sua vita di galantuomo.

Nella moglie, Antonietta Francese, ch’egli sposò giovanissimo, trovò una instancabile collaboratrice ed una consigliera preziosa. Nei rari momenti in cui egli indugiava nel rievocare i suoi ricordi, individuava appunto nelle virtù di sua moglie uno dei motivi maggiori del suo successo.

Negli anni della guerra egli, quarantaduenne, adempì ai suoi doveri di soldato, troncando gli affari; e sempre fu per lui motivo di giusto orgoglio il non aver tratto alcun guadagno in quel periodo di tempo, quando era facile e profittevole per altri il commercio.

Dopo la guerra gli toccò ricostruire, con grande pazienza ed abilità, la sua azienda.

Altro suo tratto caratteristico fu quello di non aver mai voluto accanto a sè ragionieri, contabili, commessi. Annotava tutto a matita su di un libretto le operazioni commerciali che effettuava; ed era tutto. Non lasciava passare inosservata alcuna occasione per deridere alcune deviazioni – rare fortunatamente nella nostra terra – dell’attuale vita commerciale, per cui alcuni preferiscono affidare essenzialmente alle manifestazioni esteriori (uffici pomposi, personale in gran numero) le fortune del proprio… vacillante commercio.

Dotato di geniale intuito affaristico veniva sollecitato per consigli da tutti e le sue previsioni avevano il pregio della verità.

Largo di aiuti e di incoraggiamenti, egli godeva di largo prestigio fra i suoi innumerevoli amici.

Gli agricoltori di Putignano, in ispecial modo, hanno perso, con lui, un amico sincero e generoso e ne rimpiangono la fine immatura.

Già a capo di un notevole patrimonio, conservò tuttavia le vecchie modeste abitudini. Rimpiangeva i suoi anni giovanili che pur furono anni di lotta dura, di disagi, di sacrifici oscuri.

Ebbe, pur privo di figliuoli, un vero culto per la famiglia; e particolare affetto nutrì per il nipote Avv. Francesco Francese che considerò come figlio e del quale andò paternamente orgoglioso.

Negli ultimi anni di vita trasse motivo di lietezza dalla nascita di una nipotina, Fiorella Francese, ch’egli sperava di allevare all’amore di quei retti principi cui aveva informato ogni atto della sua vita.

Morì il 25 marzo 1936 a soli sessantadue anni.

Tratto da “Puglia d’Oro”


L’edizione originale è disponibile nel volume “Puglia d’Oro” pubblicato dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl, come ristampa dei tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo.

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